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Disceso dal cielo

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Delle visioni, delle visioni chiare e limpide, realistiche, gli tornavano in mente ed erano in grado di rievocare suoni e profumi, colti con gli altri sensi, quando era lì, perso. Ricordava quel paesaggio ondulato che chiamavano Monti benché, le rotondità presenti non fossero molto elevate; ricordava i crinali che aveva percorso senza una meta fissa, così, tanto per cogliere qualche altro scorcio dietro il successivo poggio; ricordava le macchie boschive asserragliate attorno ai pendii più freschi e i cuscini di cespugli spinosi che punteggiavano i pascoli; ricordava i fontanili costruiti nei secoli per favorire l’abbeverata del bestiame, unico manufatto che i suoi occhi tollerassero alla vista. In alcune aree laziali, il bestiame al pascolo brado, sostituitosi ai selvatici, è elemento comune del paesaggio modellandone l'aspetto e le specie vegetali che vi crescono - Provincia di Roma, maggio 2020 Ricordava il giallo che quella mattina colorava il suolo, come Sole precipitato a Ter

Dal mare di Pizzo

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L'appuntamento era con il buio, nello stesso posto del ritrovamento: così era previsto nel protocollo di liberazione. Il mare era mosso, a giudicare dal fragore di alcune onde che si infrangevano sulla riva e dal successivo biancore di spuma che, repentino, vi lampeggiava sopra. Tra di noi si era già detto che, anche in questo caso, bisognava sicuramente accompagnarla a superare la battigia. La piccola, intanto, era in un contenitore, vispa nei movimenti grazie all'energia recuperata dopo le attenzioni del veterinario che l'aveva rifocillata con cura nei giorni passati. Il tempo di bagnarla con acqua marina, saggiando la sua nuotata in una bacinella, e farle sentire l'odore della sabbia che, da qualche parte, lì vicino, l'aveva custodita in un sotterraneo nido, garantendone lo sviluppo; il tempo ancora di un saluto che già la dottoressa, biologa marina dell'associazione M.A.R.E. (Marine Animal Rescue Effort) Calabria , avanzava verso le onde per rilasciarla alla

Canyon umidi

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Trovare una via d’accesso non è sempre facile, un grimaldello che ti permetta di aprire quella porta di vegetazione che ti sbarra la discesa. Vivendo lontano dal sito, provi a documentarti cercando in Internet ma non sempre trovi informazioni esaustive, soprattutto quando ti interessano posti remoti, dimenticati o poco frequentati. Ti studi qualche cartina, qualche foto satellitare, cerchi l’idrografia della zona, immagini dove possa essere un varco per poi andare sul campo, speranzoso, a fare qualche sopralluogo, per personalmente costatare che nemmeno da lì si passa, a meno di non avere a disposizione una squadra di guastatori pronti ad intervenire. In quei casi, per non buttare l’uscita, ti guardi intorno, distraendoti con quel di interessante che la Natura mette a disposizione, sul momento. La verticalità di una delle pareti di una forra resa inaccessibile dalla rigogliosa vegetazione - Provincia di Vibo Valentia, agosto 2021   Quella mattina ero in cerca di felci relitte: constata

Due occhi scuri

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Ancora un po' intontito dal sonno, avevo da poco finito di consumare la colazione seduto al tavolo posto all'esterno della casa. Creature dei boschi, sui vicini alberi, erano già giunti, a spulciare la corteccia, gli abituali  Picchi muratori ( Sitta europaea ) e qualche Rampichino comune ( Certhia brachydactyla ). Una risata di Picchio verde ( Picus viridis ) risuonava più in là, mentre una confidente Ghiandaia ( Garrulus glandarius ) saltellava tra i rami del fico meravigliandosi del fatto che, quest'anno, i frutti non fossero ancora maturi. Mi rimbombava nelle orecchie il gracchiare insistente di almeno due Cornacchie grigie ( Corvus cornix ). Da quando eravamo arrivati, alcune settimane prima, in zona si aggirava una famiglia di cornacchie con almeno due giovani che, già abilmente volanti, ancora chiedevano l'imbeccata agli adulti. Nei giorni precedenti, era capitato spesso di sentire questo chiassoso gracchiare provenire dai dintorni, probabilmente quando i so