Disceso dal cielo

Delle visioni, delle visioni chiare e limpide, realistiche, gli tornavano in mente ed erano in grado di rievocare suoni e profumi, colti con gli altri sensi, quando era lì, perso. Ricordava quel paesaggio ondulato che chiamavano Monti benché, le rotondità presenti non fossero molto elevate; ricordava i crinali che aveva percorso senza una meta fissa, così, tanto per cogliere qualche altro scorcio dietro il successivo poggio; ricordava le macchie boschive asserragliate attorno ai pendii più freschi e i cuscini di cespugli spinosi che punteggiavano i pascoli; ricordava i fontanili costruiti nei secoli per favorire l’abbeverata del bestiame, unico manufatto che i suoi occhi tollerassero alla vista.

In alcune aree laziali, il bestiame al pascolo brado, sostituitosi ai selvatici, è elemento comune del paesaggio modellandone l'aspetto e le specie vegetali che vi crescono - Provincia di Roma, maggio 2020

Ricordava il giallo che quella mattina colorava il suolo, come Sole precipitato a Terra, subito intrappolato in tanti piccoli scrigni ornati di petali; le farfalle danzanti sulla vegetazione che, posandosi, aprivano le ali per incamerare il caldo e vitale influsso di Ra.

Ambienti a mosaico, con notevole varietà di habitat, favoriscono la presenza di una differenziata fauna - Provincia di Roma, maggio 2020

Ricordava quel gruppo di rocce affioranti, circondate da erba ancora verde, gli era parso un ottimo posto per incontrare qualche serpente. Aveva immaginato i rettili fermi lì, ai margini di qualche roccia, a termoregolarsi in quella giornata caratterizzata dall’alternarsi dell’apparire e della scomparsa del Sole, derivante dal diradamento o dall’accumularsi delle pesanti nubi cariche di umidità che vagavano in cielo, in balia delle brezze dominanti. Vi si diresse con fare tranquillo, cercando di attutire il rumore dei passi sul suolo per non spaventare le immaginate, striscianti presenze che potevano realmente esserci. Volava qualche Nibbio bruno (Milvus migrans) e passava qualche Nibbio reale (Milvus milvus), di casa da quelle parti. Transitò, alto, un frettoloso Biancone (Circaetus gallicus).

Un Nibbio reale (Milvus milvus) volteggia osservando il suolo in cerca di cibo - Provincia di Roma, maggio 2020

Lo scrutare tra l’erba e le rocce, non gli rivelò nulla di eccezionale, nessuna squama degna di nota, solo qualche timida lucertola, nemmeno di taglia apprezzabile. Poco male, era comunque un angolino tranquillo che invitava alla contemplazione dello spazio circostante. Si sedette in campo aperto, in piena vista, su una roccia affiorante, alta quasi come un comodo sgabello. Strillozzi (Emberiza calandra), Zigoli neri (Emberiza cirlus) e Cappellacce (Galerida cristata) intonavano i loro canti primaverili. Qua e là, qualche Sterpazzolina comune (Sylvia cantillans) allarmava dai cespugli prima di scalarne i rami per rendersi visibile per pochi istanti, per poi rientrare nel folto dell'irta macchia che l'aiutava a nascondersi.

Paesaggi che invogliano la contemplazione - Provincia di Roma, maggio 2020

Il richiamo di un vicino Occhiocotto (Sylvia melanocephala) interruppe la sua contemplazione. Guardando in alto, vide ancora un Biancone, forse lo stesso di prima, poiché proveniva dalla medesima direzione da cui si era allontanato il precedente. Questa volta volava più calmo: dall’alto, sembrava scrutasse il sottostante terreno in cerca di prede: le sue preferite, sono i serpenti! Lo vide indugiare in cielo ed incominciare ad atteggiarsi in un maestoso spirito santo, con la coda ampia e le zampe penzoloni, non proprio sulla sua verticale, ma di poco scostato.

Il Biancone (Circaetus gallicus) è un rapace con apertura alare che può raggiungere i 185 cm di ampiezza. La sua dieta è costituita per lo più da serpenti che caccia attivamente scrutando il suolo in volo; in tale operazione di ricerca, spesso fa lo spirito santo, una sorta di volo librato, ottenuto mantenendo la coda aperta e muovendo energicamente le ali, che gli consente di osservare meglio le sue potenziali prede - Provincia di Roma, maggio 2020

Puntava qualche cosa proprio tra quelle stesse rocce che avevano precedentemente attirato il suo interesse. Forse, l’acuto rapace aveva visto ciò che, poco prima, lui aveva immaginato che ci potesse essere, ma che comunque era sfuggito ai suoi occhi. Lo vide raccogliere le ali per perdere rapidamente quota, per poi riaprirle per riacquistare portanza; lo fece due o tre volte, come per scendere degli invisibili gradoni di un’eterea scala celeste che lui solo stava percorrendo, con i suoi studiati movimenti: stava chiaramente aggiustando il tiro, valutando le correnti, prima di calarsi in un’ultima picchiata sull’oggetto delle sue attenzioni. Gli sembrò impossibile che l’uccello non l’avesse scorto, seduto com’era, poggiato su quel pezzo di chiaro calcare, senza nessuna copertura, in mezzo a quell’apparente nulla.

Biancone (Circaetus gallicus): identificata la potenziala preda, il rapace si abbassa di quota con le zampe penzoloni intervallando le discese a momenti di spirito santo per meglio valutare come abbattersi sulla vittima - Provincia di Roma, maggio 2020

L’idea che gli arrivasse a qualche metro di distanza gli balenò nella mente stupita, tanto che, per un attimo, distolse lo sguardo dal rapace per cercare velocemente davanti a sé il serpente che quello, dall’alto, doveva vedere e che a lui restava celato.

Biancone (Circaetus gallicus): i grandi occhi in posizione frontale lo aiutano a valutare meglio la distanza e la posizione relativa della potenziale preda - Provincia di Roma, maggio 2020


Ultima chiusura delle ali e giù, veloce e deciso. Lo vide diventare sempre più grande, con gli occhi dall’iride gialla sempre più evidenti e la scura pupilla sempre più definita, finché la strumentazione fotografica, con cui lo puntava, perse il fuoco avendo raggiunto la minima distanza di messa a fuoco che gli era stata impostata per renderla più reattiva.

Biancone (Circaetus gallicus): è un rapace migratore che generalmente sverna in Africa tornando in Europa, a partire da marzo, per nidificare - Provincia di Roma, maggio 2020

L’uccello non arrivò a toccare terra, forse perché la sua preda si era spostata o perché aveva, all’ultimo, realizzato che non era solo. Lui fece in tempo a vederlo sfilare davanti ai suoi occhi senza il filtro della macchina fotografica. Fu subito consapevole di essere stato spettatore di un’esperienza che difficilmente avrebbe rivissuto in futuro, in quelle stesse condizioni di pieno coinvolgimento, derivato dall’estrema vicinanza in cui si era inaspettatamente svolta la scena.

Biancone (Circaetus gallicus): le grosse zampe ed il forte becco sono fondamentali per avere la meglio sui serpenti che, se non neutralizzati rapidamente, possono provocare non pochi problemi al rapace e, se di grandi dimensioni, anche ucciderlo, stritolandolo - Provincia di Roma, maggio 2020

Era bello sapere dell’esistenza di luoghi in cui simili situazioni fossero ancora sperimentabili, sempre che l’umana ingordigia, mai completamente sazia e sempre pronta a cogliere effimere opportunità, non li avesse aggrediti ed irrimediabilmente compromessi.

Un fiore di cardo accoglie un gruppo di Pieride del biancospino (Aporia crataegi) - Provincia di Roma, maggio 2020




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