Incontri più o meno ravvicinati di Sacro e profano
Il Sacro (Falco cherrug) è un uccello rapace con dimensioni simili ad una Poiana (Buteo buteo), ma con struttura tipica del genere Falco. Si tratta di una specie politipica (ovvero una specie formata da più popolazioni costituite da individui simili, ma non necessariamente identici fra loro) a distribuzione centroasiatica-pontica. In Italia, lo si incontra come migratore regolare, con movimenti tra settembre-novembre e febbraio-maggio, oppure come svernante regolare anche se apparentemente senza grossi numeri. Le zone di nidificazione più prossime all'Italia si trovano in Ungheria, Repubblica Ceca ed Austria, e rappresentano la porzione più occidentale dell'intero areale di nidificazione della specie. Questo e molto altro si trova scritto nei libri, ma un incontro sul campo con questo splendido falcone si può tradurre in un'esperienza molto emozionante, per chi, naturalmente, è sensibile a certi tipi di emozioni.
I miei incontri con questa splendida specie si concentrano soprattutto nella Riserva Naturale Statale del Litorale Romano in cui, annualmente, è possibile contattare uno o più individui con tempi di permanenza nell'area che possono essere più o meno lunghi. Questa riserva è in buona parte minacciata dai progetti di espansione dell'adiacente Aeroporto di Fiumicino (RM) che, irrimediabilmente, interesserebbe i suoi confini andando a coprire in parte proprio le aree in cui sono state condotte alcune delle osservazioni sotto descritte.
Sacro (Falco cherrug) - 1° anno, esemplare con anello metallico al tarso sinistro - Fiumicino (RM), 25 ottobre 2015 |
6 gennaio 2005, Riserva Naturale Statale del Litorale Romano - Fiumicino (RM)
Osservazione di 1 individuo del 2° anno, ovvero nato nella stagione riproduttiva 2004.
Dagli appunti di campo.
Cielo sereno, temperatura compresa tra 12 e 16°C.
h 12.00 circa - Sono fermo in auto all'inizio di una sterrata; ho appena il tempo di mettermi il binocolo al collo che vedo, a qualche centinaio di metri da me, uno stormo di Piccioni domestici (Columba livia f. domestica) che si alza in volo. Decido di raggiungerlo in modo da fermarmi nei suoi pressi per attendere qualche attacco di rapace. Devo ancora arrivare presso lo stormo, quando questo si invola disordinato e vedo piombare in mezzo ad esso un rapace dalle parti superiori marrone chiaro: frenata brusca su sterrato, uscita dall'auto, binocolo sugli occhi ed appare un falco che sta prendendo quota. Ha parti superiori prevalentemente marrone chiaro, sottoala prevalentemente chiaro sulle primarie e secondarie che comunque presentano un bordo più scuro, copritrici della ali e parti inferiori striate di scuro in forte contrasto con le primarie. In pochi secondi giudico che sia il caso di provare a montare il cannocchiale per tentare un'osservazione più accurata: corsa contro il tempo, ottica montata sul treppiedi. Il rapace ha preso quota, ma non si è allontano molto: sarà l'emozione, ma non riesco ad inquadrarlo con il cannocchiale sino a quando non arriva troppo lontano e rimango con il dubbio: un Lanario (Falco biarmicus) o il mitico Sacro. Tutta l'osservazione dura vari minuti; intanto i piccioni sono spariti, come il falco.
h 12.15 circa - Vedo un rapace in volo, lo inquadro con il cannocchiale, si tratta di un Falco di palude (Circus aeruginosus), ma non è solo: su di esso vola il falcone di prima che lo "mobba" con attacchi dall'alto. I due volano assieme verso di me, posso confrontare le dimensioni: il falcone è più piccolo come apertura alare del Falco di palude, ma non di tanto. Mi interessa il falcone, lo osservo: la testa appare chiara con mustacchi poco accennati; le parti superiori sono marrone chiaro; le ali superiormente sono contrastate con scuro sulle parti terminali delle primarie ed in parte sulle secondarie; la coda appare lunga e marrone; la forma delle ali è quella del tipico falco, con mano triangolare ed a punta; le ali sono grandi e lunghe con copritrici inferiori barrate di scuro che contrastano con le primarie e secondarie chiare; la punta delle primarie vista da sotto è scura; il profilo delle ali viste davanti appare chiaro; la testa prominente spicca per il suo colore chiaro; la coda lunga, da sotto, appare prevalentemente marrone chiara come le parti superiori. Dopo avere preso quota nell'aria calda con ampi giri ad ali aperte, portandosi sopra la mia testa, si allontana verso Sud con qualche battito d'ala, ma per lo più plana. L'emozione è tanta, partono le telefonate verso amici e conoscenti, dentro di me e forse anche al telefono, grido: Sacro, Sacro, Sacro…
h 12.30 circa - Lo stormo di piccioni si va ricomponendo in alimentazione sul campo parzialmente arato dove spiccano delle vecchie pannocchie di mais. Sullo stesso campo sono numerose le Cornacchie grigie (Corvus cornix), le Taccole (Corvus monedula), le Allodole (Alauda arvensis), le Passere mattugie (Passer montanus) e le Ballerine bianche (Motacilla alba). Più in la, si alza in volo un folto stormo di circa 250 Pavoncelle (Vanellus vanellus). Un maschio di Gheppio (Falco tinnunculus) si posa su un cavo telefonico poco distante, la sagoma di qualche Poiana si nota sui rami degli alberi lontani, qualcuna si alza in volo tartassata delle Cornacchie grigie, qualche Gheppio è in "spirito santo" poco lontano. Il solito Falco di palude innervosisce i piccioni, ma vola troppo in alto per tentare un attacco.
h 12.45 circa - Panico tra i piccioni, nuovo attacco del Sacro che tenta di afferrare un piccione che, nello scompiglio, gli è passato vicino mentre lui era intento ad impennassi dopo una picchiata poco inclinata rispetto al terreno; è apparso dal nulla e subito dopo lo vedo in termica, poco sopra i piccioni che scappano in tutte le direzioni. E' assieme ad un Falco pellegrino (Falco peregrinus), che appare visibilmente più piccolo e compatto del Sacro. Quest'ultimo rispetto al Falco pellegrino invece appare grande e slanciato sia nel collo, nelle ali che nella coda. Breve interazione tra i due che sembrano non sopportarsi a vicenda ed ognuno cerca di infastidire l'altro. Il Sacro è preso di mira da almeno 4 Cornacchie grigie e si allontana verso Nord.
h 13.15 circa - I Falchi pellegrini ora sono due, sono in termica sulla mia testa ed interagiscono tra loro, uno appare di dimensioni leggermente più grande, deve trattarsi di un maschio e di una femmina.
h 14.00 circa - Riappare il Sacro, prende quota e si lancia in una lunga scivolata verso Sud-Ovest tendendo a raccogliere sempre di più le ali man mano che perde quota; sparisce lontano dietro alcuni ostacoli. Riappaiono i due Falchi pellegrini, si fanno vedere alcune Poiane tra cui una, posata quasi a terra, mi tiene per un attimo con il fiato sospeso. I piccioni sono riapparsi di nuovo, un Falco pellegrino spicca posato su un albero, un Falco di palude piomba improvviso sui piccioni, non vedo la cattura ma, posato a terra, nasconde qualcosa tra le zolle di terra e le zampe.
h 14.30 circa - Un Falco pellegrino particolarmente chiaro si posa a terra non lontano dal Falco di palude che è impegnato a spennare un piccione. Il Falco di palude consuma il suo pasto indisturbato, il gozzo diventa via via più gonfio, le cornacchie si fanno più coraggiose e si avvicinano, il Falco pellegrino si è già allontanato. Su un albero lontano, un'altro Falco pellegrino riposa controllato da un paio di Cornacchie grigie; la sagoma di un rapace, probabilmente una Poiana, si staglia su un altro albero.
h 14.50 circa - Una Aquila minore (Aquila pennata [Hieraaetus pennatus]) morfismo chiaro scivola sulla mia testa diretta verso le colline e si allontana velocemente; mancava solo lei!
Il Falco di palude abbandona appesantito e sazio quel che rimane del piccione. Si affollano le Cornacchie grigie. Una di esse si impadronisce delle due ali, ancora attaccate tra loro, e si allontana in volo seguita dai conspecifici. Si fermano poco più in la, su un campo verdeggiante. Si forma un capannello di cornacchie. Più tardi, tra di esse e sui resti, appare un grosso rapace che si sta nutrendo di ciò che rimane, mentre le cornacchie l'accerchiano e qualcuna prova addirittura a beccargli la coda, senza però provocare distrazioni dal cibo. A causa delle notevoli dimensioni rispetto ai corvidi e di alcuni caratteri poco consueti, il rapace mi lascia un po' interdetto sulla sua reale identità ed apre alcuni dubbi sull'identificazione: la faccia è da Poiana, ma è una semplice Poiana più grossa del consueto, con parti basse più chiare del dovuto e senza U sul petto o si tratta di altro? Si alzerà in un volo basso solo dopo che si è saziata, appaiono le macchie carpali scure sulle ali, il volo è da Poiana, interagisce con un'altra Poiana poco distante, si posano entrambe a terra e quindi su dei bassi alberi. Intanto il Falco pellegrino è sempre li, sul suo albero, il Sacro invece non si farà più vedere.
Il tempo passa, lo stormo di Pavoncelle si alza in volo e si divide in due gruppi ondeggianti. Si intravede una femmina di Albanella reale (Circus cyaneus) che si aggira bassa lungo un fosso.
Si avvicina il tramonto, un Beccaccino (Gallinago gallinago) passa in volo.
Il buio avanza, appaiono le prime stelle in cielo, si sente una Civetta (Athene noctua). Sono quasi le 18.00 ed una figura silenziosa appare su un cavo telefonico. Si tratta di un rapace notturno di medie dimensioni; è buio, ma la sagoma si distingue, sembra avere due cornetti a riposo sulla testa, si lancia su un campo, doveva trattarsi di un Gufo comune (Asio otus).
C'è ancora il tempo di osservare qualche corpo celeste che si è acceso in cielo, il freddo però si fa sentire sempre di più, è ora di andare.
In 6 ore di osservazione, in un tipico pomeriggio invernale e sugli stessi campi, sono stati contattati 7 diverse specie di rapaci diurni e 2 di rapaci notturni. Credetemi, questo non è un record per questa parte di Lazio.
26 aprile 2005, Isola di Panarea - Lipari (ME)
Dagli appunti di campo.
Cielo sereno, temperatura compresa tra 12 e 16°C.
h 12.00 circa - Sono fermo in auto all'inizio di una sterrata; ho appena il tempo di mettermi il binocolo al collo che vedo, a qualche centinaio di metri da me, uno stormo di Piccioni domestici (Columba livia f. domestica) che si alza in volo. Decido di raggiungerlo in modo da fermarmi nei suoi pressi per attendere qualche attacco di rapace. Devo ancora arrivare presso lo stormo, quando questo si invola disordinato e vedo piombare in mezzo ad esso un rapace dalle parti superiori marrone chiaro: frenata brusca su sterrato, uscita dall'auto, binocolo sugli occhi ed appare un falco che sta prendendo quota. Ha parti superiori prevalentemente marrone chiaro, sottoala prevalentemente chiaro sulle primarie e secondarie che comunque presentano un bordo più scuro, copritrici della ali e parti inferiori striate di scuro in forte contrasto con le primarie. In pochi secondi giudico che sia il caso di provare a montare il cannocchiale per tentare un'osservazione più accurata: corsa contro il tempo, ottica montata sul treppiedi. Il rapace ha preso quota, ma non si è allontano molto: sarà l'emozione, ma non riesco ad inquadrarlo con il cannocchiale sino a quando non arriva troppo lontano e rimango con il dubbio: un Lanario (Falco biarmicus) o il mitico Sacro. Tutta l'osservazione dura vari minuti; intanto i piccioni sono spariti, come il falco.
h 12.15 circa - Vedo un rapace in volo, lo inquadro con il cannocchiale, si tratta di un Falco di palude (Circus aeruginosus), ma non è solo: su di esso vola il falcone di prima che lo "mobba" con attacchi dall'alto. I due volano assieme verso di me, posso confrontare le dimensioni: il falcone è più piccolo come apertura alare del Falco di palude, ma non di tanto. Mi interessa il falcone, lo osservo: la testa appare chiara con mustacchi poco accennati; le parti superiori sono marrone chiaro; le ali superiormente sono contrastate con scuro sulle parti terminali delle primarie ed in parte sulle secondarie; la coda appare lunga e marrone; la forma delle ali è quella del tipico falco, con mano triangolare ed a punta; le ali sono grandi e lunghe con copritrici inferiori barrate di scuro che contrastano con le primarie e secondarie chiare; la punta delle primarie vista da sotto è scura; il profilo delle ali viste davanti appare chiaro; la testa prominente spicca per il suo colore chiaro; la coda lunga, da sotto, appare prevalentemente marrone chiara come le parti superiori. Dopo avere preso quota nell'aria calda con ampi giri ad ali aperte, portandosi sopra la mia testa, si allontana verso Sud con qualche battito d'ala, ma per lo più plana. L'emozione è tanta, partono le telefonate verso amici e conoscenti, dentro di me e forse anche al telefono, grido: Sacro, Sacro, Sacro…
h 12.30 circa - Lo stormo di piccioni si va ricomponendo in alimentazione sul campo parzialmente arato dove spiccano delle vecchie pannocchie di mais. Sullo stesso campo sono numerose le Cornacchie grigie (Corvus cornix), le Taccole (Corvus monedula), le Allodole (Alauda arvensis), le Passere mattugie (Passer montanus) e le Ballerine bianche (Motacilla alba). Più in la, si alza in volo un folto stormo di circa 250 Pavoncelle (Vanellus vanellus). Un maschio di Gheppio (Falco tinnunculus) si posa su un cavo telefonico poco distante, la sagoma di qualche Poiana si nota sui rami degli alberi lontani, qualcuna si alza in volo tartassata delle Cornacchie grigie, qualche Gheppio è in "spirito santo" poco lontano. Il solito Falco di palude innervosisce i piccioni, ma vola troppo in alto per tentare un attacco.
h 12.45 circa - Panico tra i piccioni, nuovo attacco del Sacro che tenta di afferrare un piccione che, nello scompiglio, gli è passato vicino mentre lui era intento ad impennassi dopo una picchiata poco inclinata rispetto al terreno; è apparso dal nulla e subito dopo lo vedo in termica, poco sopra i piccioni che scappano in tutte le direzioni. E' assieme ad un Falco pellegrino (Falco peregrinus), che appare visibilmente più piccolo e compatto del Sacro. Quest'ultimo rispetto al Falco pellegrino invece appare grande e slanciato sia nel collo, nelle ali che nella coda. Breve interazione tra i due che sembrano non sopportarsi a vicenda ed ognuno cerca di infastidire l'altro. Il Sacro è preso di mira da almeno 4 Cornacchie grigie e si allontana verso Nord.
h 13.15 circa - I Falchi pellegrini ora sono due, sono in termica sulla mia testa ed interagiscono tra loro, uno appare di dimensioni leggermente più grande, deve trattarsi di un maschio e di una femmina.
h 14.00 circa - Riappare il Sacro, prende quota e si lancia in una lunga scivolata verso Sud-Ovest tendendo a raccogliere sempre di più le ali man mano che perde quota; sparisce lontano dietro alcuni ostacoli. Riappaiono i due Falchi pellegrini, si fanno vedere alcune Poiane tra cui una, posata quasi a terra, mi tiene per un attimo con il fiato sospeso. I piccioni sono riapparsi di nuovo, un Falco pellegrino spicca posato su un albero, un Falco di palude piomba improvviso sui piccioni, non vedo la cattura ma, posato a terra, nasconde qualcosa tra le zolle di terra e le zampe.
h 14.30 circa - Un Falco pellegrino particolarmente chiaro si posa a terra non lontano dal Falco di palude che è impegnato a spennare un piccione. Il Falco di palude consuma il suo pasto indisturbato, il gozzo diventa via via più gonfio, le cornacchie si fanno più coraggiose e si avvicinano, il Falco pellegrino si è già allontanato. Su un albero lontano, un'altro Falco pellegrino riposa controllato da un paio di Cornacchie grigie; la sagoma di un rapace, probabilmente una Poiana, si staglia su un altro albero.
h 14.50 circa - Una Aquila minore (Aquila pennata [Hieraaetus pennatus]) morfismo chiaro scivola sulla mia testa diretta verso le colline e si allontana velocemente; mancava solo lei!
Il Falco di palude abbandona appesantito e sazio quel che rimane del piccione. Si affollano le Cornacchie grigie. Una di esse si impadronisce delle due ali, ancora attaccate tra loro, e si allontana in volo seguita dai conspecifici. Si fermano poco più in la, su un campo verdeggiante. Si forma un capannello di cornacchie. Più tardi, tra di esse e sui resti, appare un grosso rapace che si sta nutrendo di ciò che rimane, mentre le cornacchie l'accerchiano e qualcuna prova addirittura a beccargli la coda, senza però provocare distrazioni dal cibo. A causa delle notevoli dimensioni rispetto ai corvidi e di alcuni caratteri poco consueti, il rapace mi lascia un po' interdetto sulla sua reale identità ed apre alcuni dubbi sull'identificazione: la faccia è da Poiana, ma è una semplice Poiana più grossa del consueto, con parti basse più chiare del dovuto e senza U sul petto o si tratta di altro? Si alzerà in un volo basso solo dopo che si è saziata, appaiono le macchie carpali scure sulle ali, il volo è da Poiana, interagisce con un'altra Poiana poco distante, si posano entrambe a terra e quindi su dei bassi alberi. Intanto il Falco pellegrino è sempre li, sul suo albero, il Sacro invece non si farà più vedere.
Il tempo passa, lo stormo di Pavoncelle si alza in volo e si divide in due gruppi ondeggianti. Si intravede una femmina di Albanella reale (Circus cyaneus) che si aggira bassa lungo un fosso.
Si avvicina il tramonto, un Beccaccino (Gallinago gallinago) passa in volo.
Il buio avanza, appaiono le prime stelle in cielo, si sente una Civetta (Athene noctua). Sono quasi le 18.00 ed una figura silenziosa appare su un cavo telefonico. Si tratta di un rapace notturno di medie dimensioni; è buio, ma la sagoma si distingue, sembra avere due cornetti a riposo sulla testa, si lancia su un campo, doveva trattarsi di un Gufo comune (Asio otus).
C'è ancora il tempo di osservare qualche corpo celeste che si è acceso in cielo, il freddo però si fa sentire sempre di più, è ora di andare.
In 6 ore di osservazione, in un tipico pomeriggio invernale e sugli stessi campi, sono stati contattati 7 diverse specie di rapaci diurni e 2 di rapaci notturni. Credetemi, questo non è un record per questa parte di Lazio.
26 aprile 2005, Isola di Panarea - Lipari (ME)
Osservazione di 1 individuo del 2° anno in migrazione
Dagli appunti di campo.
Cielo sereno, vento quasi assente, una cappa di foschia è ferma sul mare ad un'altezza di circa 400 metri.
Con R. Lippolis e L. De Luca, sono sull'isola da qualche giorno per gestire un campo di osservazione sulla migrazione primaverile dei rapaci attraverso il Mediterraneo centrale per conto della LIPU.
Con R. Lippolis e L. De Luca, sono sull'isola da qualche giorno per gestire un campo di osservazione sulla migrazione primaverile dei rapaci attraverso il Mediterraneo centrale per conto della LIPU.
La giornata si preannunciava piatta sul profilo della migrazione. Culbianchi (Oenanthe oenanthe) e Monachelle (Oenanthe hispanica), contattati nei giorni passati, erano spariti, le Tortore selvatiche pure, ma in compenso erano giunti sull'isola vari Rigogoli (Oriolus oriolus). Una Quaglia (Coturnix coturnix) si era involata al mattino dal sentiero che stavamo percorrendo per raggiungere la postazione di osservazione, per il resto solo qualche Gheppio locale, i soliti Falchi pellegrini locali ed una Poiana in "spirito santo".
Intorno a mezzogiorno, si sono visti i primi rapaci migratori, con qualche Falco di palude, poi i Falchi pecchiaioli (Pernis apivorus) e i Gheppi.
Stavamo illustrando il nostro lavoro ad un gruppo di Francesi che, in escursione sull'isola, si era fermato presso la nostra postazione. Si parlava di migrazione primaverile che porta i rapaci dall'Africa all'Europa centrale quando, insieme a due Falchi pecchiaioli, è giunto sull'isola un grosso falco marrone di corporatura imponente, tale che alla prima impressione, sembrava della stessa specie dei suoi compagni di viaggio.
I Falchi pecchiaioli hanno proseguito il loro viag,gio, lui si è fermato sull'isola mettendosi a cacciare. Qui si è capito che qualcosa di importante stava per succedere. Le sue dimensioni facevano pensare ad un grosso Sacro. Ha iniziato a volteggiare e poi a picchiare, anche se non abbiamo capito su cosa; sembrava stesse studiando la situazione.
L'unica cosa che era in volo erano i Gheppi locali che sino ad allora avevano cacciato indisturbati. Avevamo il falcone in volteggio negli obiettivi dei cannocchiali, quando ha iniziato a battere velocemente e prepotentemente le ali. Erano battiti profondi, potenti, convinti e continui sostenuti dalla possente muscolatura del rapace che poteva essere immaginata dalla sua corporatura con petto possente e prominente. Durante la battuta, sulla parte superiore delle ali, era ben evidente il nero delle primarie che contrastava con il resto dell'ala marrone chiaro.
Aveva puntato qualcosa ed aveva iniziato un inseguimento. In un momento di allineamento, nei cannocchiali è apparso un altro rapace, piccolo rispetto al primo; si trattava di un Gheppio che ancora lontano cercava di allontanarsi velocemente dall'intuito pericolo. Sullo sfondo, l'azzurro del mare calmo!
Il falcone non desisteva, continuava a battere le ali seguendo una traiettoria in leggera salita. Per la direzione seguita durante il volo, il Gheppio non si vedeva più nei nostri obiettivi, il Sacro si! Quando lo ha raggiunto, il primo rispetto al secondo sembrava una rondinella!
Il Gheppio ha tentato una disperata mossa: ha iniziato a discendere in picchiata verso una parete, avvitandosi a spirale in stretti giri, ma chi era dietro di lui non era evidentemente uno che si fa scoraggiare da certe manovre che anzi ha imitato con maestria.
Alla fine, in discesa, c'è stato il contatto tra i due: il Gheppio si è scomposto nel volo ed ha perso velocità; il Sacro, ancora in accelerazione, lo ha afferrato con gli artigli e lo ha trascinato giù per un pezzo, mentre un altro Gheppio è apparso dal nulla ed ha picchiato dall'alto, veemente e vociante, sul falcone. Lo ha fatto per due volte, forse nel tentativo di aiutare il compagno che ormai era spacciato; poi si è allontanato verso un'altra parete rocciosa. Il Sacro, con la preda, è sparito dietro un costone roccioso dove probabilmente ha consumato il suo pasto. Il dramma si era concluso!
I Falchi pecchiaioli hanno proseguito il loro viag,gio, lui si è fermato sull'isola mettendosi a cacciare. Qui si è capito che qualcosa di importante stava per succedere. Le sue dimensioni facevano pensare ad un grosso Sacro. Ha iniziato a volteggiare e poi a picchiare, anche se non abbiamo capito su cosa; sembrava stesse studiando la situazione.
L'unica cosa che era in volo erano i Gheppi locali che sino ad allora avevano cacciato indisturbati. Avevamo il falcone in volteggio negli obiettivi dei cannocchiali, quando ha iniziato a battere velocemente e prepotentemente le ali. Erano battiti profondi, potenti, convinti e continui sostenuti dalla possente muscolatura del rapace che poteva essere immaginata dalla sua corporatura con petto possente e prominente. Durante la battuta, sulla parte superiore delle ali, era ben evidente il nero delle primarie che contrastava con il resto dell'ala marrone chiaro.
Aveva puntato qualcosa ed aveva iniziato un inseguimento. In un momento di allineamento, nei cannocchiali è apparso un altro rapace, piccolo rispetto al primo; si trattava di un Gheppio che ancora lontano cercava di allontanarsi velocemente dall'intuito pericolo. Sullo sfondo, l'azzurro del mare calmo!
Il falcone non desisteva, continuava a battere le ali seguendo una traiettoria in leggera salita. Per la direzione seguita durante il volo, il Gheppio non si vedeva più nei nostri obiettivi, il Sacro si! Quando lo ha raggiunto, il primo rispetto al secondo sembrava una rondinella!
Il Gheppio ha tentato una disperata mossa: ha iniziato a discendere in picchiata verso una parete, avvitandosi a spirale in stretti giri, ma chi era dietro di lui non era evidentemente uno che si fa scoraggiare da certe manovre che anzi ha imitato con maestria.
Alla fine, in discesa, c'è stato il contatto tra i due: il Gheppio si è scomposto nel volo ed ha perso velocità; il Sacro, ancora in accelerazione, lo ha afferrato con gli artigli e lo ha trascinato giù per un pezzo, mentre un altro Gheppio è apparso dal nulla ed ha picchiato dall'alto, veemente e vociante, sul falcone. Lo ha fatto per due volte, forse nel tentativo di aiutare il compagno che ormai era spacciato; poi si è allontanato verso un'altra parete rocciosa. Il Sacro, con la preda, è sparito dietro un costone roccioso dove probabilmente ha consumato il suo pasto. Il dramma si era concluso!
Ci siamo guardati stupefatti, impressionati e, almeno io, con i brividi sulle braccia nonostante il sole picchiasse sulle nostre teste. L'impressione era che avevamo appena finito di assistere ad una scena primordiale che difficilmente avremmo rivissuto, per intensità, drammaticità e coinvolgimento emotivo.
Il pensiero che quello catturato potesse essere uno dei falchetti che ci avevano fatto compagnia con loro voli a "spirito santo" durante quei giorni e che probabilmente poteva nidificare in una parete vicina, ci ha colti mentre ancora concitati parlavamo dell'evento. A questo pensiero tutto può sembrare triste agli occhi umani, ma la Natura deve fare il suo corso: il falcone era in migrazione proprio per raggiungere i suoi quartieri di nidificazione dove, probabilmente, un giorno metterà su famiglia!
Abbiamo continuato le osservazioni sui rapaci in migrazione vedendo altri Falchi di palude, altri Falchi pecchiaioli, altri Gheppi ed Aquile minori. Ma le conversazioni tornavano sempre sull'episodio osservato. Dopo qualche ora, il Sacro si è alzato dal costone roccioso dietro cui era sparito e si è allontanato verso Nord aggregandosi ad un'Aquila minore che era in termica. La taglia di quest'ultima, come quella dei Falchi pecchiaioli, dovrebbe essere garanzia di immunità nei confronti di quello che si è dimostrato un temibile compagno di viaggio.
La giornata e le sorprese non erano comunque finite!
Presso una scogliera vicina, sino ad allora regno incontrastato di alcuni Falchi pellegrini, c'erano strani movimenti: sembrava che fosse in corso una disputa territoriale tra i Falchi pellegrini ed altri due falchi. Era giunta sull'isola almeno una coppia di Falchi della regina (Falco eleonorae), con un individuo in morfismo scuro, che reclamava il suo spazio vitale. Ne derivavano veloci voli e grida continue.
Altra sorpresa è stata poi quella di sorprendere un individuo di albanella intenta a sonnecchiare su un ramo di un albero mentre il sole si abbassava verso l'orizzonte. Si trattava di un'Albanella pallida (Circus macrourus) al 2° anno. L'abbiamo osservata a lungo per distrarci solo al passaggio di qualche Nibbio bruno (Milvus migrans) e dei continui contingenti di Gruccioni (Merops apiaster) annunciati dai loro richiami.
Sacro (Falco cherrug) - 1° anno - Fiumicino (RM), 13 novembre 2015 |
Osservazione di 2 individui del 1° anno
Dagli appunti di campo.
Le osservazioni sono state effettuate su un campo arato di granturco ai bordi di una sterrata, dove uno stormo di Piccioni domestici si stava alimentando.
I due falconi li ho visti assieme in volteggio, intorno alle 12:30, dopo aver visto lo stormo di piccioni in preda al panico, in mezzo a cui volava almeno un Sacro. Si sono affiancati in volo ed hanno interagito a forza di artigli senza tanti complimenti; uno si è allontanato, l’altro, non pago, ha infastidito, piombandogli addosso dall'alto, un Falco pellegrino che se ne stava tranquillo posato a terra facendolo spostare più in là, mentre questo dimostrava, chiocciando, il suo disappunto: quel palcoscenico doveva essere tutto suo!
I due falconi li ho visti assieme in volteggio, intorno alle 12:30, dopo aver visto lo stormo di piccioni in preda al panico, in mezzo a cui volava almeno un Sacro. Si sono affiancati in volo ed hanno interagito a forza di artigli senza tanti complimenti; uno si è allontanato, l’altro, non pago, ha infastidito, piombandogli addosso dall'alto, un Falco pellegrino che se ne stava tranquillo posato a terra facendolo spostare più in là, mentre questo dimostrava, chiocciando, il suo disappunto: quel palcoscenico doveva essere tutto suo!
Il Sacro ha ripreso gli attacchi sui piccioni con fuggi fuggi generale, confusione immane, attacchi laterali sullo stormo impazzito, virate mozzafiato. Quindi sono volate delle piume: un piccione, toccato in volo, finisce a terra, il Sacro torna sui suoi passi e lo finisce.
Uno stuolo di Cornacchie grigie ha accerchiato il falco che prima spenna e poi comincia a consumare la sua preda: sempre allerta ed un po’ di fretta, ingoia un boccone dopo l’altro, ogni tanto abbozza una reazione verso le cornacchie. Intanto, più in là, il grosso stormo di piccioni è sempre più agitato, ma non ho tempo di controllare cosa sta succedendo. Sempre più pressato, il falcone si alza in volo portandosi dietro la sua preda per posarsi poco più in là, sempre sulle scure zolle. Viene raggiunto da un giovane di Falco di palude che si posa al suo fianco, ma non osa avvicinarsi, non ha a che fare con il solito Falco pellegrino a cui potrebbe sottrarre la preda!
Sacro (Falco cherrug) e Cornacchia grigia (Corvus cornix) - Fiumicino (RM), 25 novembre 2006 - Foto in digiscoping |
Uno stuolo di Cornacchie grigie ha accerchiato il falco che prima spenna e poi comincia a consumare la sua preda: sempre allerta ed un po’ di fretta, ingoia un boccone dopo l’altro, ogni tanto abbozza una reazione verso le cornacchie. Intanto, più in là, il grosso stormo di piccioni è sempre più agitato, ma non ho tempo di controllare cosa sta succedendo. Sempre più pressato, il falcone si alza in volo portandosi dietro la sua preda per posarsi poco più in là, sempre sulle scure zolle. Viene raggiunto da un giovane di Falco di palude che si posa al suo fianco, ma non osa avvicinarsi, non ha a che fare con il solito Falco pellegrino a cui potrebbe sottrarre la preda!
Sacro (Falco cherrug), Falco di palude (Circus aeruginosus) e Cornacchie grigie (Corvus cornix) - Fiumicino (RM), 25 novembre 2006 - Foto in digiscoping |
Le cornacchie non si fanno attendere e nuovamente accerchiano i due rapaci: c’è confusione, non vedo cosa succede, ma una delle cornacchia se la svigna con le spoglie della preda; il Sacro la insegue, la raggiunge, la costringe a mollare in volo il fagotto che recupera con gli artigli, prima che tocchi terra.
Più fortuna avrà più tardi un’altra cornacchia che si allontanerà con un pezzo d’ala.
Il Sacro si allontana nuovamente in volo con il resto della preda tra le zampe; giunto ad un gruppo di alberi, viene raggiunto da un grosso falcone (non escludo che possa essersi trattato del secondo Sacro) che, senza indugio, si aggrappa alla preda del nostro protagonista: i due perdono quota dietro gli alberi, tenendo entrambi le zampe avvinghiate sul piccione predato.
Non è finita, assisto ancora a degli attacchi sui piccioni da parte di uno dei Sacri (quale dei due?), lo osservo bene col cannocchiale, posato a terra, mentre si guarda in giro con l’aria di chi ha voglia ancora di fare. Lo perdo durante un attacco a bassa quota sempre ai danni dei piccioni.
Ritroverò più tardi il falcone posato a terra, sono già le 16:20: lo vedo alzarsi in volo, prendere tranquillamente quota ed allontanarsi verso l’interno.
Gli altri rapaci che ho visto, ma non ho ancora citato, sono una femmina di Albanella reale, vari Gheppi ed una Poiana, ma oggi non toccava a loro essere protagonisti!
Sacro (Falco cherrug) - Fiumicino (RM), 25 novembre 2006 - Foto in digiscoping |
18 gennaio 2015, Riserva Naturale Statale del Litorale Romano - Fiumicino (RM)
Osservazione di 1 individuo del 2° anno
Un Falco di palude infastidisce ed agita un gruppo di piccioni in alimentazione su un campo, facendoli involare in continuazione. Sugli stessi si accanisce anche un Falco pellegrino (Falco peregrinus probabile ssp calidus) con spettacolari attacchi.
(Falco peregrinus) - 2° anno, probabile maschio ssp calidus - Fiumicino (RM), 18 gennaio 2015 |
Il Falco di palude riesce a catturare un piccione e si posa a terra per consumarlo.
Un Sacro, dopo aver tentato dei timidi attacchi senza esito sui piccioni stessi, è posato a terra dall'altra parte del campo: la scena non deve essergli sfuggita.
Si alza subito in volo, raggiunge il punto in cui si trova il Falco di palude è gli sottrae la preda, allontanandosi velocemente.
Sacro (Falco cherrug) - 2° anno - Fiumicino (RM), 18 gennaio 2015 |
Il Falco di palude lo insegue tentando invano di riprendersi il bottino con contatti ravvicinati tra i due, ma senza un'eccessiva interazione diretta.
La spunta il falcone che si allontana con il piccione. Al Falco di palude non rimane che riprendere la caccia, va quasi subito di nuovo a segno catturando un altro piccione che questa volta riuscirà a consumare anche sa infastidito dalle solite Cornacchie grigie.
Da queste brevi narrazioni si comprende come sia possibile cogliere delle scene di vita naturale, anche in tutta la loro drammaticità, direttamente sul campo, purché si mantengano ambienti sufficientemente sani da poterle accogliere. Predazioni, ruberie, interazioni tra specie sono regolate da comportamenti misurati e modellati dalla selezione naturale: il predatore, da un lato deve procurarsi il cibo, ma dall'altro non deve sprecare troppa energia o procurarsi ferite che possano compromettere la sua efficienza futura. Per quanto riguarda gli uccelli rapaci, questi comportamenti sono quindi nettamente diversi da quelli ci si possono vedere in vari filmati presenti in Rete, incentrati sulle azioni di individui usati in falconeria: spesso, si vedono degli animale che si atteggiano in modo innaturale, mostrando un eccessivo accanimento nei confronti delle loro vittime, probabilmente derivato dall'addestramento a cui sono stati sottoposti.
Testi essenziali
Brighetti P. & Fracasso G., 2013 - Ornitologia Italiana Vol.1 Parte Terza: Pandionidae-Falconidae - Edizione elettronica riveduta e aggiornata - Oasi Alberto Perdisa Editore, Bologna.
L. Svensson, K. Mullarney, D. Zatterstrom, 2012 - Guida degli Uccelli d'Europa, Nord Africa e Vicino Oriente - Ricca Editore, Roma.
William S. Clark, 2003 - Guida ai Rapaci d'Europa, Nord Africa e Medio Oriente - Franco Muzzio Editore, Roma.
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