Per esempio, dalla Frischìa

Francavilla Angitola (VV), come altri borghi calabresi, è stata edificata, presumibilmente tra il IX e il X sec., in un’area ricca di sorgenti naturali, su uno sperone delimitato da due corsi d’acqua: il Fiumicello ad oriente ed il Drago ad occidente.

La forra riccamente boscata del Fiumicello - Francavilla Angitola (VV), 9 settembre 2018


Queste risorse idriche consentivano di dissetarsi e di soddisfare le esigenze domestiche degli abitanti del borgo; permettevano inoltre l’irrigazione degli orti da cui la popolazione traeva una parte consistente del proprio sostentamento e, successivamente, hanno fornito l’energia per far funzionare le macine dei mulini.

La cascata della Frischìa - Francavilla Angitola (VV), 9 settembre 2018


Presso le sorgenti, oltre alle fontane vere e proprie munite di beccuccio, sono state spesso costruite delle vasche utili a facilitare il lavaggio dei panni, altrimenti da eseguire direttamente sulle scomode e basse pietre dei fiumi. Altre vasche di raccolta dell’acqua, soprattutto per uso irriguo (le ‘gibbie’), sono state costruite dove la portata delle sorgenti non era sufficiente ad alimentare dei veri fiumi. Lungo i corsi d’acqua a maggior portata, sono stati invece edificati vari mulini con relative strutture di captazione, necessarie per portare l’acqua ai meccanismi da azionare; questi si sono affiancati, dove le condizioni del terreno lo consentivano, all'esistente mosaico di orti e frutteti resi lussureggianti dalla possibilità di irrigarli anche nella stagione più calda.

La valle del Fiume Drago, un tempo mosaico di orti, oggi riconquistata dalla vegetazione spontanea - Francavilla Angitola (VV), 9 agosto 2017


Questo stretto connubio tra uomini ed acque del territorio, durato quasi immutato per secoli, si è andato affievolendo negli ultimi ottant'anni. Se da un lato la disponibilità di acqua potabile in paese e direttamente nelle case ha comportato una sempre minor necessità di andare ad attingerla presso le sorgenti fuori dal borgo, dall'altro è con l’avvento dell’elettricità che la situazione si è velocemente evoluta. I mulini azionati ad acqua sono diventati rapidamente poco competitivi rispetto a quelli elettrici e, di conseguenza, abbandonati; la diffusione delle macchie elettriche, tra cui le lavatrici, ha abbattuto interamente la necessita di frequentare i fiumi per uso domestico.

I resti di un mulino ad acqua posto lungo il corso del Fiume Drago in località Talagone - Francavilla Angitola (VV), 18 agosto 2016


Si è invece mantenuto attivo l’uso irriguo delle acque. Oggi, però, quelli che erano numerosi e fiorenti orti intorno al borgo, sono stati in maggioranza abbandonati. Questo fenomeno è stato probabilmente favorito dalla disponibilità, a costi più accessibili, di abbondanti derrate alimentari direttamente nei banchi dei supermercati e dall'invecchiamento della popolazione residente associato allo spopolamento dovuto all'allontanamento continuo dei giovani, cioè della fascia di popolazione potenzialmente più produttiva ed intraprendente. Il resto lo ha fatto la Natura che, silenziosamente ma prepotentemente, si è ripresa gli spazi che gli erano stati sottratti dalla continua azione umana. La vegetazione ha ricoperto il terreno inghiottendo i vecchi sentieri interpoderali ed i manufatti, alcuni dei quali già pesantemente provati dal tempo.

Rientro al borgo: un tempo assiduamente utilizzate, le vie che portano agli orti sono sempre meno frequentate - Francavilla Angitola (VV), 9 settembre 2018


In tale situazione, sorgenti e vasche sono diventati interessanti habitat naturali, popolati da varie specie altrove sempre più rare.

Le vasche della Frischìa usate come lavatoio, ora diventate un lussureggiante micro habitat - Francavilla Angitola (VV), 9 settembre 2018


Un Granchio di fiume (Potamon fluviatile) si alimenta sul fondo di una vasca - Francavilla Angitola (VV), 9 settembre 2018


Una Rana appenninica (Rana italica) si mimetizza in maniera sorprendente su un sasso bagnato - Francavilla Angitola (VV), 9 settembre 2018


Una lumaca si inerpica su una parete umida - Francavilla Angitola (VV), 9 settembre 2018


Un Macaone (Papilio machaon) in alimentazione - Francavilla Angitola (VV), 9 settembre 2018


Oggi, questi posti andrebbero guardati con occhi nuovi, proponendo azioni che ne rendano accessibili gli spazi, mantenendo, nello stesso tempo, la naturalità che si è creata e il ricordo vivo di ciò che hanno rappresentato per le comunità locali. Azioni, intraprese e sostenute dall'attuale amministrazione comunale e da associazioni culturali locali, sembrano andare in tale direzione. In un periodo in cui l’interesse verso il mondo naturale è in continua crescita e le richieste di offerte in tal senso aumentano costantemente, questa potrebbe essere una via che, se percorsa e promossa adeguatamente, potrebbe portare respiro ad un territorio che non merita di essere dimenticato.

I ruderi del vecchio mulino ad acqua della Frischìa recentemente liberati dalla vegetazione durante un'azione promossa dal Centro di cultura e tradizioni popolari francavillesi, la Fondazione culturale "Le Torri" e l'amministrazione comunale - Francavilla Angitola (VV), 9 settembre 2018


L'arco del vecchio mulino ad acqua della Frischìa - Francavilla Angitola (VV), 9 settembre 2018


Azioni simili, intraprese anche in comuni limitrofi, ognuno dei quali dovrebbe puntare a promuovere le peculiarità locali, potrebbe contribuire a creare circuiti di visita capaci di attirare l’attenzione sull'intero comprensorio dell’Angitola. Per citarne qualcuna, Polia (VV) potrebbe promuovere i suoi boschi e la Felce bulbifera (Woodwardia radicans), una felce gigante considerata un relitto preistorico del Terziario che cresce abbondantemente nel suo territorio, lungo il corso del fiume Milo, attrezzando e promuovendo percorsi di visita: ultimamente, per organizzare un'escursione in un habitat che sembra veramente notevole ed interessante, ho cercato di reperire informazioni sul sito in cui cresce tale felce, ma non sono riuscito a reperire dati sufficienti ed ho dovuto desistere. Monterosso (VV) e Maierato (VV) potrebbero puntare alle rive del Lago dell’Angitola dove mancano capanni e percorsi utili a favorire l'osservazione della Natura e la fotografia naturalistica, settori fortemente in crescita un po' dappertutto, in grado di richiamare pubblico anche da molto lontano. Il Parco Naturale Regionale delle Serre potrebbe aiutare in tal senso: non servono opere faraoniche e colate di cemento, ma strutture semplici ed a basso impatto (sentieri battuti e capanni in legno o in cannucce) che, se progettati e posizionati con criterio in posti favorevoli, svolgono egregiamente il compito deputato.

Un Gruccione (Merops apiaster), una delle specie più variopinte d'Europa - Lago dell'Angitola (VV), 8 settembre 2018


Un Cormorano (Phalacrocorax carbo) si asciuga il piumaggio su un albero morto affiorante dall'acqua - Lago dell'Angitola (VV), 8 settembre 2018


Utopie, forse; sicuramente sfide, forse non facili d’affrontare, ma non impossibili da superare visto che altri lo hanno già fatto con successo. La guerra contro l’oblio e l'abbandono è difficile da combattere, ma qualche battaglia si può e si deve vincere. Da dove incominciare quindi, per esempio dalla Frischìa.

La fontana della Frischìa - Francavilla Angitola (VV), 9 settembre 2018



Commenti

Post popolari in questo blog

A Buffa e u Lehandru, tra bocca larga e pallone gonfiato

La "Marana" Meravigliosa

Cronaca di una nidificazione di Cornacchia grigia

Scalandri, viedissi e lapuni

Lucierti e luciertuni, sierpi e salamidi

Cara, ti presento Morimo

Le Cornacchie grigie rioccupano un nido

Passeggiate invernali in Caffarella: come immergersi in uno straordinario ordinario