Passeggiate invernali in Caffarella: come immergersi in uno straordinario ordinario

I parchi urbani delle grandi città sono spesso conosciuti come buone zone per praticate birdwatching. In particolare, molte aree verdi di Roma permettono di effettuare delle soddisfacenti osservazioni naturalistiche a patto di attraversarle con occhio attento e non frettoloso e, possibilmente, in orari non proprio di punta per le attività umane.

Un gregge lascia lo stallo notturno per raggiungere l'area di pascolo transitando di fronte al Casale Vaccareccia: la presenza delle pecore in questo parco cittadino non è insolita e contribuisce a conferire un'atmosfera agreste ed antica a questo angolo di Urbe  - Roma, 29 dicembre 2019


Spesso, in questi contesti, gli uccelli e gli animali in genere hanno fatto l'abitudine all'andirivieni umano; queste creature subiscono meno offese da parte dei soliti delinquenti bracconieri che, per operare, generalmente cercano zone più marginali e lontane da sguardi indiscreti mentre qui la caccia non può essere praticata e c'è un maggior controllo derivante dall'ambito urbano di tali aree. Ne deriva che nei parchi cittadini, solitamente, è più facile osservare gli animali selvatici che vi vivono.

Il Pettirosso (Erithacus rubecula), nella stagione invernale, è una presenza comune nel parco e, ogni nuovo giorno, il suo canto territoriale contribuisce al coro di voci che saluta l'arrivo della luce - Roma, 26 dicembre 2019


Il Parco della Caffarella è un'area che risulta vincolata come parco pubblico dal 1965, ma la libera e sicura fruizione è stata possibile solo molti anni più tardi. Fa parte del più grande Parco Regionale dell'Appia Antica, istituito solo nel 1988, che si incunea nel settore Sud Occidentale della città di Roma, ai lati di quella che è anche conosciuta come la Regina delle Strade: l’Appia Antica.

Posto al III Miglio dell'Appia Antica, il Mausoleo di Cecilia Metella è visibile, tra gli alberi, anche dai punti più alti del Parco della Caffarella - Roma, 26 gennaio 2020


La Cupola della Basilica di San Pietro vista dai punti più alti del Parco della Caffarella - Roma, 26 gennaio 2020


Consultando la semplice cronologia delle principali tappe temporali che hanno portato all'istituzione di questo parco regionale, si intuiscono le difficoltà che si sono dovute affrontare per schivare le aggressioni di chi aveva interessi verso la cementificazione dell’intera area. Viene quasi da stupirsi sul come ciò sia stato realmente possibile!

I rami contorti di un albero morto si allungano verso i prati come tentacoli bramosi di una creatura fantastica - Roma, 26 gennaio 2020


Poiché la maggior parte del territorio protetto dal citato parco regionale è privato, il Parco della Caffarella racchiude probabilmente la fetta più consistente dell’area pubblica e di libero accesso dell’intera zona. Accanto ai boschi ed alle zone prative ed assolate, l’elevata quantità di acqua disponibile nella valle della Caffarella, sia lotica che lentica, garantisce la presenza di una notevole varietà di habitat che dà rifugio ad un ragguardevole numero di vertebrati, tra cui gli uccelli sono sicuramente i più appariscenti e visibili.

Il Fringuello (Fringilla coelebs) è una delle specie più facilmente osservabile alle nostre latitudini durante la stagione invernale, periodo in cui sono presenti popolazioni provenienti anche da altri paesi europei - Roma, 27 dicembre 2019


Ogni stagione ha naturalmente le sue peculiarità ma, personalmente, preferisco visitare il parco nel periodo che va dal tardo autunno alla prima metà della primavera.

Come testimonianza delle vocazione agricola dell'area nei tempi passati, un Noce campeggia in un prato - Roma, 29 dicembre 2019


Il tronco vissuto e fessurato di un vecchio Gelso - Roma, 26 gennaio 2020


La presenza di un semplice capanno di osservazione che si affaccia verso la ricostruzione di uno stagno, benché non immune da atti di vandalismo, permette agevoli osservazioni dell'avifauna semplicemente munendosi di binocolo. Gabbiani reali (Larus michahellis) e Gabbiani comuni (Chroicocephalus ridibundus), Gallinelle d’acqua (Gallinula chloropus), Alzavole (Anas crecca), Germani reali (Anas platyrhynchos) e Tuffetti (Tachybaptus ruficollis) sono presenze facilmente riconoscibili dalle feritoie di questa struttura.

Un maschio di Germano reale (Anas platyrhynchos), specie che si osserva tutto l'anno nel Parco della Cafferella, si invola dai bordi di uno stagno sorvolando un Gabbiano comune (Chroicocephalus ridibundus) che sta riposando - Roma, 12 febbraio 2016


A questi si aggiunge spesso qualche esemplare di Airone cenerino (Ardea cinerea) e di Garzetta (Egretta garzetta), in immobile agguato ai bordi dello stagno, o qualche Cormorano (Phalacrocorax carbo) impegnato in continue immersioni che possono fruttare la cattura anche di consistenti pesci.

Nella foschia di una gelida alba, uno svernante Airone cenerino (Ardea cinerea) sosta accanto a dei Germani reali (Anas platyrhynchos) nello stagno della Caffarella - Roma, 6 gennaio 2015


Tra i prati che circondano lo stagno, con un po’ di attenzione, è possibile veder aggirarsi i Beccaccini (Gallinago gallinago) che si appiattiscono tra la vegetazione in caso di un sospetto pericolo prima di balzare via, in un veloce e zigzagante volo, qualora intuiscano un acutizzarsi della minaccia. Più facili a sentirsi che a vedersi sono invece i Porciglioni (Rallus aquaticus) che si muovono sospettosi tra le canne.

Il Beccaccino (Gallinago gallinago) è una specie svernante alle nostre latitudini, qui un esemplare si muove furtivo nella bassa vegetazione; il suo lungo becco è utilizzato per sondare il morbido terreno fangoso in cerca degli invertebrati che costituiscono la sua dieta - Roma, 29 dicembre 2019


Aggirandosi tra sentieri e sterrate, è possibile vedere guizzare, tra terreno e bassi posatoi, i Codirossi spazzacamino (Phoenicurus ochruros) ed i Pettirossi (Erithacus rubecula) che qui svernano numerosi assieme a Saltimpali (Saxicola rubicola), Beccamoschini (Cisticola juncidis), qualche Pispola (Anthus pratensis) e Cappellaccia (Galerida cristata). Le aree cespugliate a rovi offrono protezione e nascondigli agli Occhiocotti (Sylvia melanocephala), ai minuscoli Scriccioli (Troglodytes troglodytes) e alle timide e svernanti Passere scopaiole (Prunella modularis).

Un maschio di Codirosso spazzacamino (Phoenicurus ochruros) occupa un posatoio prominente sull'area circostante; nel Parco della Caffarella, è una specie svernante regolare con buoni numeri di esemplari - Roma, 8 marzo 2015


Il Beccamoschino (Cisticola juncidis) è una specie sedentaria e nidificante nell'area del parco - Roma, 13 maggio 2015


Il Gabbiano comune (Chroicocephalus ridibundus) è una specie ben rappresentata durante l'inverno, con contingenti di esemplari svernanti; oltre che sulle acque ferme dello stagno, spesso è possibile vederlo a spasso sui prati umidi in cerca di nutrimento - Roma, 1 gennaio 2020


Le edere cariche di bacche che avvolgono i tronchi degli alberi sono palcoscenici di eccezione per Capinere (Sylvia atricapilla), Merli (Turdus merula) e Tordi bottacci (Turdus philomelos) che si avvicendano, allarmando, tra il fitto fogliame in cerca di nutrimento.

La Capinera (Sylvia atricapilla) è una specie che è possibile osservare tutto l'anno nel parco, d'inverno però la sua consistenza numerica sembra aumentare grazie agli esemplari che vi giungono per svernare; nelle aree di foraggiamento, i maschi, come quello in foto, tendono ad assumere comportamenti di dominanza sulle femmine per garantirsi la precedenza nell'accesso al cibo - Roma, 19 dicembre 2014


Dai boschi e dai più grandi e marcescenti alberi, è facile udire giungere i richiami dei Picchi verdi (Picus viridis), dei Picchi rossi minori (Dendrocopos minor) o i tambureggiamenti dei Picchi rossi maggiori (Dendrocopos major), specie che in verità è più facile vedere in volo, durante i loro veloci spostamenti tra le macchie d’alberi, piuttosto che tra i rami su cui si muovono furtivi.

Fori praticati da picchi, probabilmente Picchio rosso maggiore (Dendrocopos major), visibili sui rami morti di un pioppo; queste cavità, scavate nel legno a colpi di becco, sono utilizzate per le nidificazione di varie specie di uccelli autoctoni che devono contenderle, spesso senza successo, agli agguerriti ed alloctoni Parrocchetti dal collare (Psittacula krameri) che le usano come rifugio notturno o per nificare Roma, 26 gennaio 2020


Sui tronchi, è facile cogliere il curioso Rampichino comune (Certhia brachydactyla) mentre ispeziona con perizia le pieghe della corteccia, scalando l’albero con avvolgenti spirali. Tra le fronde, i piccoli Fiorrancini (Regulus ignicapilla) lanciano i loro flebili versi, a volte assieme alle più visibili Cinciarelle (Cyanistes caeruleus) e alle più grandi Cinciallegre (Parus major).

La Cinciarella (Cyanistes caeruleus) è una specie sedentaria nell'area della Caffarella, prettamente insettivora nella bella stagione, in inverno non disdegna semi oleosi - Roma, 19 dicembre 2014


Il Cardellino (Carduelis carduelis) è una specie visibile tutto l'anno, in inverno la sua presenza nel parco può diventare più rarefatta preferendo frequentare aree più prossime alle coste - Roma, 8 marzo 2015


È quasi impossibile non notare i minuti Codibugnoli (Aegithalos caudatus) che si aggirano tra gli alberi, in allegre brigate, oppure che si spostano tra di essi come piccole schegge dalle lunghe code, sempre indaffarati a spulciare, coi i minuscoli becchi, rametti e gemme in cerca di larve d’insetto.

Il Codibugnolo (Aegithalos caudatus) è una specie visibile tutto l'anno nel parco dove a primavera nidifica - Roma, 19 novembre 2015


Prati e bordi di bozze sono aree di elezione per Ballerine bianche (Motacilla alba), Storni (Sturnus vulgaris) e Cornacchie grigie (Corvus cornix). Presso gli animali domestici al pascolo, non è difficile scorgere gruppi di candidi ed ingobbiti Aironi guardabuoi (Bubulcus ibis) che seguono da vicino l’incedere degli erbivori per approfittare dei piccoli animali che si allontanano spaventati.

La Ballerina bianca (Motacilla alba) è specie comune sui prati umidi del parco dove si nutre di invertebrati - Roma, 29 dicembre 2019


Nonostante l'aria fresca, una Cornacchia grigia (Corvus cornix), invogliata dal Sole, fa il bagno in una pozza del parco - Roma, 26 dicembre 2019


Un giovane Storno (Sturnus vulgaris) utilizza le pecore come posatoio mobile probabilmente attratto dagli insetti e dai parassiti che si muovono attorno a questi animali domestici - Roma, 10 ottobre 2014


Le rive del Fiume Arrone sono ottime per osservare la Ballerina gialla (Motacilla cinerea) e i numerosi Luì piccoli (Phylloscopus collybita) che volteggiano tra la vegetazione ed il pelo dell’acqua corrente per catturare insetti; è anche possibile scorgere l'anonimo Usignolo di fiume (Cettia cetti) che, anche d'inverno, si può esibire in un inaspettato e possente canto.

Due Luì piccoli (Phylloscopus collybita) scrutano, in cerca di minuscoli insetti, la superficie dell'acqua che scorre nel letto del Fiume Arrone - Roma, 29 dicembre 2019


La vicinanza del parco alle dimore umane permette la presenza chiassosa di orde di alloctoni parrocchetti che, sfuggiti alle gabbie degli umani che li detenevano per diletto, hanno trovato condizioni favorevoli alla loro prolificazione, non senza impatto sulle specie locali. Ai più sociali Parrocchetti monaci (Myiopsitta monachus), si aggiungono i più grandi Parrocchetti dal collare (Psittacula krameri) che, con la fauna indigena, competono, spesso vittoriosi, per l’occupazione delle cavità naturali utili come rifugio o all'allevamento della prole. Periodicamente, non manca qualche avvistamento dell’ancora più grande Parrocchetto d’Alessandro (Psittacula eupatria) o di specie impensabili come la Poiana di Harris (Parabuteo unicinctus), sfuggita a qualche falconiere.

Un maschio di Passera d'Italia (Passer italiae), specie d'uccello endemica del nostro Paese, si muove all'interno di un pollaio in cerca di granaglie e suoi derivati; specie un tempo numerosa tanto da avere impatti sui raccolti cerealicoli, oggi la sua presenza, in varie parti d'Italia, è sempre più rarefatta - Roma, 26 dicembre 2019


Non mancano i Fagiani comuni (Phasianus colchicus) i cui maschi, tronfi nei lori sgargianti piumaggi, si aggirano calmi lungo le siepi, ai margini dei campi.

Il Fagiano comune (Phasianus colchicus), in Italia, è specie protagonista di ripetute operazioni di introduzione effettuate sin dai secoli passati, sia per fini ornamentali ma soprattutto venatori; dove non è perseguitato, è facile vederlo aggirarsi in luoghi aperti - Roma, 19 novembre 2015


Tra i rapaci diurni, il più facile da osservare è sicuramente il Gheppio (Falco tinnunculus), piccolo falco che spesso si vede impegnato a scrutare il terreno in cerca di prede terrestri, sia in volo librato che da qualche posatoio prominente. La Poiana (Buteo buteo) e lo Sparviere (Accipiter nisus) sono una presenza usuale accanto ai Falchi pellegrini (Falco peregrinus) che frequentano regolarmente l’area, pattugliando il sovrastante spazio aereo, in cerca di prede volanti. Il Falco di palude (Circus aeruginosus) può essere invece occasionale ospite durante i passi, soprattutto primaverile.

Il Gheppio (Falco tinnunculus) è uno dei falchi più comuni, frequenta le aree aperte con bassa vegetazione in cui ricerca le sue prede preferite: piccoli roditori, piccoli rettili e grossi insetti nonché giovani uccelli che si muovono a terra - Roma, 24 novembre 2014


Altro rapace di aree aperte, la Poiana (Buteo buteo) non è difficile osservarla in inverno nel Parco delle Caffarella - Roma, 11 novembre 2016


Tra i notturni, la Civetta (Athene noctua) è certamente ben rappresentata, ma non mancano l'Allocco (Strix aluco) e, dalla primavera, l'Assiolo (Otus scops).

Il Falco pellegrino (Falco peregrinus), formidabile predatore di uccelli in volo, è una specie sempre più presente nelle aree urbane in cui spesso caccia i Piccioni domestici (Columba livia f. domestica) - Roma, 12 febbraio 2016


Camminando o pedalando tra sentieri e sterrate, è doveroso ricordare e dar merito a quanti si sono impegnati affinché fosse possibile godere, in sicurezza, di questo stupefacente angolo di verde a ridosso del muro di palazzi che lo confina.

Un viale alberato in veste invernale nel Parco della Caffarella - Roma, 26 gennaio 2020


Un sentiero nel Parco della Caffarella - Roma, 26 gennaio 2020


Non bisogna dimenticare quanti ancora oggi vigilano ed operano per migliorare la situazione in essere, affrontando difficoltà ed arginando gli appetiti che sicuramente, periodicamente, inumidiscono le bocche dei più affamati affaristi. A questi ultimi si può consigliare di andare in Caffarella con l'augurio che, trovandosi preventivamente una panchina su cui rianimarsi dallo stupore, possano anche loro aver occhi per meravigliarsi dello straordinario ordinario che li circonda. 

Una panchina sovrastata da un Nocciolo ricoperto da una cascata di fiori maschili sembra invitare ad una pausa contemplativa - Roma, 26 gennaio 2020


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Tutte le foto presentate in questo post sono state scattate nel Parco della Caffarella.
Per maggiori informazioni su iniziative o percorsi di visita, sia naturali che archeologici, si rimanda ai siti del Parco Regionale dell'Appia Antica e del Comitato per il Parco della Caffarella – Humus Onlus in cui, tra l'altro, è presente una check list degli uccelli osservati nel parco.




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