E' tiempo 'e folè e di ricordi

A Cecco

Lo aspettavamo quel periodo dell'anno, lo aspettavamo più di altri, in un'epoca in cui il tempo, a Francavilla Angitola (VV), era ancora scandito dal mutare delle stagioni.

La Luna sorge sui pendii collinari ammantati dalla vegetazione mediterranea -  Francavilla Angitola (VV), 16 agosto 2016


In estate, andavi al mare. Con i temporali di fine estate e primo autunno, andavi in cerca di lumache che poi venivano sapientemente cucinate da madri e nonne. Più tardi, andavi in cerca di noccioline con cui giocare 'o fossiedo' o 'a casteda'. Sempre in autunno, potevi andare in cerca di funghi, ma anche di castagne da estrarre dagli spinosi ricci.

Antiche testimonianze: il loggiato porticato del convento dei Riformati, fondato fuori paese nel 1621 - Francavilla Angitola (VV), 14 agosto 2015


L'inverno, quasi sempre piovoso, ti poteva riservare anche una provvidenziale nevicata che significava un paio di giornate senza scuola e delle vere e proprie battaglie con la neve; ma anche neve, raccolta dove era più bianca, insaporita con il vino cotto, un sapore che potevi gustare solo in quella occasione. Poi il Carnevale con le sue scaramucce di farina e le scenette in maschera, preparate per essere rappresentate nelle case del paese con l'intento di racimolare qualche dolce...

La chiesa di San Foca Martire è stata edificata sui resti del castello del duca dell'Infantado, a seguito della distruzione dell'antica chiesa avvenuta durante il terremoto del 1783: il campanile corrisponde ad una delle sette torri del castello di cui riferiscono antichi documenti -  Francavilla Angitola (VV), 14 agosto 2015


Ma la primavera, la primavera era un crescendo di esperienze che cominciava con il Martingala, la Pasquetta dei ragazzi: si festeggiava il primo martedì dopo Pasqua con scampagnate e picnic nei campi intorno al paese. Da lì a poco, arrivava presto il tempo delle 'folè', ovvero dei nidi d'uccelli.

Un Balestruccio (Delichon urbicum) lascia il suo nido di terra posto sotto il cornicione di un vecchio edificio - Francavilla Angitola (VV), 16 aprile 2017


Cercare nidi di uccelli ti poteva impegnare per interi pomeriggi e, con la fine delle scuola, anche le mattinate. Le ricerche si svolgevano nel paese e nei suoi giardini. Con l'allungarsi delle giornate, si svolgevano anche delle vere e proprie spedizioni nelle aree circostanti il centro abitato, andando per campi, boschi, brughiere, fiumi e forre. Questi ambienti si raggiungevano a piedi, seguendo antichi sentieri e mulattiere che erano stati tracciati, fin dai tempi antichi, dai paesani che li utilizzavano per arrivare ai propri orti, frutteti e uliveti. Alcune zone sembravano selvagge quasi inesplorate, almeno ai nostri occhi. Era un'avventura in cui muoversi con tutti i sensi all'erta sia per cogliere i vari aspetti del mondo circostante sia per schivare i possibili pericoli, a volte reali ma spesso solo immaginari. 

La Ghiandaia (Garrulus glandarius), un tempo relegata ai boschi, oggi ha perso parte della sua diffidenza e si può osservare anche nel centro abitato - Francavilla Angitola (VV), 17 aprile 2017


Non tutti i ragazzi del paese erano interessati a questi affari, ma chi lo era si organizzava in gruppetti coesi e leali di pochi compagni con cui condividere le scoperte e mantenere la segretezza delle stesse. Tra i vari gruppi ci poteva essere rivalità, per cui la circospezione e appunto la segretezza erano valori molto sentiti, che non dovevano essere traditi, pena l'allontanamento dal gruppo di chi veniva meno alla fiducia concessagli. Ogni gruppetto frequentava un'area di ricerca preferita che però non era esclusiva, poteva essere molto ampia e solitamente era facilmente raggiungibile dalla porzione di paese in cui si risiedeva.

Una Cinciarella (Cyanistes caeruleus), una specie facilmente osservabile intorno al paese - Francavilla Angitola (VV), 31 marzo 2018


Noi frequentavamo la parte alta del centro urbano, spingendoci ai prati erbosi ed al boschetto di querce a monte del Viale del Drago, al bosco di sughere vicino al cimitero, alla zona del vecchio campo da calcio, alle Querce di Quaranta; poi giù, alla vecchia cava con i suoi due immensi Pini Marittimi, lungo la valle del Fiume Drago, con il bosco umido e fresco della sua sinistra idrografica e tutta l'assolata e cespugliosa Costera sulla sua destra; per arrivare sino alla fontana e al guado di Talagone attraverso cui potevamo rientrare in paese, non prima di esserci abbondantemente dissetati, se ce la sentivamo di affrontare i cani che sorvegliavano gli stazzi di pecore e capre posti poco più a monte.

La fontana di Talagone, rinaturalizzata, nella valle del Fiume Drago - Francavilla Angitola (VV), 1 luglio 2018


Si cercavano soprattutto nidi di cardidi, virduni, passeri, cicarriedi, farfietti, zizì, caca marruggi, percia vuoscu, ciceruni, siculiedi, rusignuoli, gruari e poi miedari, gallini, pichi, carcarazzi e coradaci (per una corrispondenza tra i nomi dialettali francavillesi degli uccelli e quelli italiani e scientifici si può consultare il seguente post). Se possibile, con intenti oggi deprecabili, si seguiva l'evoluzione della nidificazione, dalla costruzione del nido, alle deposizione delle uova, la schiusa delle stesse e la crescita dei 'piccuneda', ovvero i giovani nati.

Due Passere mattugie (Passer montanus) indugiano sul muro di un edificio, ricco di anfratti in cui nidificano - Francavilla Angitola (VV), 31 marzo 2018


Nella ricerca, c'era chi mostrava capacità e doti più spiccate, abilità che spesso venivano riconosciute dagli altri. Uno di questi eri sicuramente tu, Francesco, il cui occhio, a riguardo, raramente tradiva qualcosa di diverso da quello che percepivi prima di noi altri. Ecco che quella paglietta che vedevi pendere da quel rovo non era altro che una 'folè 'e ciceruni', oppure quella ingrossatura sul tronco di quel castagno era, a seconda dell'altezza, un nido di pica o di miedaru. Era tanto lo stupore di quelle scoperte rocambolesche che, a volte, ammetto, sospettai che quei nidi già li conoscessi, prima ancora di mostrarli a noi altri.

Un Succiacapre (Caprimulgus europaeus), specie crepuscolare e notturna, un tempo visibile, all'imbrunire,  in volo sui campi intorno al paese - Gizzeria (CZ), 16 agosto 2018


Quella mattina di agosto di qualche anno fa, preso da nostalgia, ero uscito molto presto proprio per percorrere uno dei sentieri che seguivamo quando eravamo ragazzini: non potei farlo, il suo imbocco era ostruito da rovi, ormai padroni di quelle vecchie vie dimenticate dal passo umano. Avevo già cambiato meta e direzione, quando ci siamo incontrati: ci siamo salutati con uno sguardo ed un sorriso mentre eri a lavoro, non potevamo sapere che quella fosse l'ultima volta.

Una Taccola (Corvus monedula) all'imbocco del suo nido posto nel muro esterno di un vecchio edificio - Francavilla Angitola (VV), 16 aprile 2017


Voglio ricordarti nell'entusiasmo giovanile e spontaneo che scoppiava in una di quelle scoperte di tanti anni prima. Come quella volta in cui trovasti 'na folè e zizì con le sue candide uova, la prima volta che vedevamo uno dei nidi più difficili da trovare il quella distesa di erba che erano i prati argillosi lungo il Viale del Drago; o quando mi mostrasti il nido di percia vuosco costruito nella tasca di una vecchia giacca dimenticata sul tronco di un ulivo; o quando vedesti la folè di gallinu pendente da quel basso ramo di quercia, in quel lussureggiante e fresco bosco, tagliato da quel sentiero a tornanti, che discendeva rapidamente la forra del Fiume Drago, non lontano da quella fragorosa e nascosta cascata che precipitava tra grossi massi, verdi di muschi e scuri di umidità.

Una Gazza (Pica pica), un nidificante comune intorno al paese - Francavilla Angitola (VV), 5 aprile 2015


Oppure, ti voglio ricordare impegnato in quelle corse, con i mazzi di origano attaccati alle cinture: facevamo i motoscafi, in quel mare verde e profumato di erba e di cespugli di ginestra fiorita, in cui si trasformava quella parte di Costera alla fine della primavera. I visi sorridenti ed accaldati, gli occhi luccicanti di emozioni, le voci incontenibili d'entusiasmo.

Vola alto!

Un tramonto infuocato "o mara 'e Francavida' - Pizzo (VV), 24 agosto 2015



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