Creature dell'aria

All'epoca, la piazza fungeva anche da parcheggio ed a Pizzo non è mai stato facile trovare un posto dove lasciare l'auto. Oggi sembra un salotto, ma allora, oltre alle storiche gelaterie, che occupavano meno spazio, sulla piazza si affacciavano anche negozi di abbigliamento, di scarpe, gioiellerie, barbieri e un cinema che però non frequentavamo poiché, se proprio c'era da vedere un film, si andava al panoramico Cinema Mele dove, a volte, ti poteva accogliere Gregurinu. Dal barbiere, le attese per il proprio turno potevano essere veramente lunghe e pertanto, dall'uscio della sala, c'era modo di dare un'occhiata alla piazza ed al cielo che la sovrastava. A primavera, era uno spettacolo: un carosello ininterrotto di uccelli che si inseguivano veloci e chiassosi tra le facciate dei palazzi, sfiorando allo stesso modo sia i tetti degli edifici che quelli, molto più bassi, delle macchine parcheggiate.

Due Rondoni comuni (Apus apus) al tramonto - Pizzo Calabro (VV), giugno 2020

Arrivano con l'inizio della primavera e, a seconda della specie, lasciano le nostre latitudini già a partire da agosto. Sono i rondoni e non c'è primavera che si possa definir tale senza i loro trilli che riecheggiano su piazze e vie dei nostri centri storici. Sarà per l'assenza di altri rumori, per il tramonto che avanza sul mare... sarà per la nebbia della memoria che fa sembrare più poetici i ricordi d'infanzia, ma Piazza della Repubblica, a Pizzo Calabro (VV), è uno dei luoghi che mi torna maggiormente in mente come quello in cui vi può essere un'immersione quasi totale in quella atmosfera creata dalle traiettorie disegnate dai rondoni vocianti. Eppure, lo stesso spettacolo avviene, più o meno allo stesso orario, nel tardo pomeriggio, in tanti altri siti, forse anche con numeri più alti di esemplari coinvolti come, per citarne uno, Piazza del Duomo a Lecce; in altri luoghi invece, i loro cori li ricordo smorzati dal traffico come a Piazza Castello a Torino, intorno a Palazzo Madama, ed a Piazza Municipio a Napoli.

Un Rondone maggiore (Apus melba), probabilmente già in migrazione, si alimenta sotto un cielo grigio di umidità - Francavilla Angitola (VV), agosto 2020

Tralasciando le specie accidentali, nel nostro Paese si possono osservare tre differenti specie di rondoni: il più grande Rondone maggiore (Apus melba) e i più piccoli Rondone comune (Apus apus) e Rondone pallido (Apus pallidus) che hanno una taglia confrontabile tra loro e non sempre sono facili da distinguere. Anche se i trilli del maggiore sono ben udibili là dove nidifica, il più chiassoso e caciarone è sicuramente il Rondone comune soprattutto intorno alle colonie. Di indole più discreta è sicuramente il Rondone pallido che può passare inosservato anche presso i siti di nidificazione.

Due Rondoni pallidi (Apus pallidus) si avvicinano ad una cavità posta all'incrocio del tetto di un vecchio edificio rurale - Spezzano della Sila (CS), luglio 2020

I non addetti spesso li confondono con le Rondini (Hirundo rustica) ed i Balestrucci (Delichon urbicum) che sono ben diversi dai rondoni e costruiscono nidi con il fango. Per nidificare, invece, i rondoni sfruttano cavità, anfratti e fenditure sia negli edifici che in strutture naturali. I Rondoni maggiori, per riprodursi, frequentano con maggiore regolarità anche pareti rocciose montane e falesie marine, queste ultime utilizzate e gradite anche dai Rondoni pallidi. Non mancano comunque località dove è possibile osservare, contemporaneamente assieme sotto lo stesso cielo, tutte e tre le specie: mi sovvengono, il centro storico di Polignano a Mare (BA), che si erge direttamente sulle falesie marine, oppure le medievali pietre che compongono il centro storico di San Giovanni in Fiore (CS), alle pendici orientali della Sila.

Un adulto di Rondine (Hirundo rustica) ha appena alimentato uno dei due giovani che l'aspettavano posati su un cavo: la specie viene spesso confusa con i rondoni - Spezzano della Sila (CS), luglio 2020

Il loro elemento è l'aria ed in volo si nutrono, dormono ed addirittura riescono anche ad accoppiarsi: senz'altro sbalorditivo! Le loro capacità di volo sono sorprendenti: per raggiungere le aree di alimentazione, ogni giorno, possono allontanarsi parecchi chilometri dalle colonie di nidificazione, ancor di più se sono costretti ad aggirare cellule temporalesche o interi fronti di perturbazioni. Seguono le loro prede costituite da piccoli artropodi, insetti volanti e aracnidi sospinti dal vento, che catturano direttamente in aria con il largo becco, impegnandosi in voli radenti su aree aperte e praterie oppure in cacce ad elevata altezza qualora gli sciami si trovino in alto, spinti dalle brezze dominanti.

Un gruppo di Rondoni comuni (Apus apus) si avvicina vociante ad una fenditura posta sopra la finestra di un edificio storico - Conversano (BA), luglio 2017


Per deporre le uova e covarle hanno bisogno di un sostegno che trovano negli anfratti e buchi, solitamente posti in posizione esposta, che raggiungono in volo. All'interno di queste cavità, si muovono sulle corte zampe munite di potenti artigli con i quali riescono a far presa e sostenersi anche su pareti verticali e muri. Essenzialmente monogami, formano coppie durevoli negli anni e mostrano una spiccata fedeltà ai siti di nidificazione dove tendono ad occupare le medesime cavità che hanno accolto le covate negli anni precedenti.

Un Rondone comune (Apus apus) trasporta nel gozzo cibo per la sua prole - Francavilla Angitola (VV), giugno 2020

In quella penombra, dove le coppie rinnovano e saldano i legami, nasceranno le nuove generazioni che saranno allevate da entrambi i genitori. Questi faranno da spola tra la colonia e le aree di alimentazione. Gli insetti destinati ai nuovi nati vengono accumulati e trasportati in una sorta di sacca posta sotto il becco che, man mano che si riempie, si gonfia in modo vistoso, come un rotondo mento, tanto da essere visibile ai più attenti osservatori.

Un adulto di Rondone comune (Apus apus), con il gozzo gonfio di artropodi con cui alimenterà i pulli, si avvicina in volo alla colonia in cui si trova il suo nido - Francavilla Angitola (VV), giugno 2020

Non è ancora del tutto chiaro cosa spinge gli uccelli a impegnarsi in quei chiassosi voli corali intorno alle colonie, al mattino e soprattutto alla sera: forse è un comportamento che serve a legare gli esemplari alla colonia stessa oppure a segnalare quest'ultima, oppure sono semplici giochi aerei degli esemplari non nidificanti per far sfoggio della propria prestanza. Sembra infatti che siano soprattutto gli immaturi a cimentarsi in questi caroselli che, comunque, difficilmente lasciano indifferenti coloro che li osservano.

Alcuni Rondoni comuni (Apus apus), probabilmente immaturi, accompagnano vocianti l'arrivo di un adulto che si introduce sotto la grondaia (si intravedono solo le ali) da cui raggiunge la cavità nido - Francavilla Angitola (VV), giugno 2020

L'allevamento della prole si prolunga nel tempo poiché i giovani devono aspettare il completamento della crescita delle penne atte al volo prima di lasciare il nido: da quel momento, sono totalmente indipendenti nel procacciarsi autonomamente il cibo. Al primo tentativo di volo, non possono permettersi fallimenti, una caduta a terra è un'eventualità che difficilmente lascia scampo! Le corte zampe, infatti, non sempre riescono a dare quella spinta sufficiente a far sollevare i rondoni da terra in modo che la possente muscolatura del petto possa dare alle ali il necessario impeto che permetta il vero decollo.

Il Rondone pallido (Apus pallidus) mostra generalmente un piumaggio più chiaro e lunettato rispetto al simile Rondone comune (Apus apus), caratteristica però che non è sempre facile da cogliere durante le osservazioni dirette - Spezzano della Sila (CS), luglio 2020

A volte succede che cadano dai nidi quando il piumaggio non è del tutto formato forse spinti dalla foga di accogliere i genitori carichi di cibo oppure dalle ondate di calore che scaldano gli anfratti in cui si trovano ad un livello tale che rischiano di cuocersi come in un forno. A meno che non vengano raccolti da mani pietose e che non vengano consegnati a coloro che hanno esperienza e capacità nel loro allevamento, sono spacciati: i loro genitori, creature dell'aria, non metteranno a repentaglio la loro incolumità per scendere a terra ad alimentarli come fanno tante altre specie di uccelli!

La virata di un Rondone pallido (Apus pallidus) - Spezzano della Sila (CS), luglio 2020

Non sono solo questi i pericoli da sfuggire. Condizioni meteorologiche avverse e durature possono avere impatti sul loro successo riproduttivo.  La predazione ai nidi, soprattutto in quelli più accessibili, non è un evento remoto. Gatti e ratti sono abili arrampicatori che frequentano i tetti e certo non mancano nei centri urbani. In particolare i ratti, se ne hanno la possibilità, possono raggiungere i rondoni fin dentro i nidi. Gli adulti possono non far ritorno ai nidi poiché ci sono falchi, come il Falco pellegrino (Falco peregrinuse soprattutto il Lodolaio (Falco subbuteo), che hanno capacità aeree tali da insidiare anche loro oltre che naturalmente gli inesperti giovani da poco involati. Le Cornacchie grigie (Corvus cornix) sono scaltre ed opportuniste nonché capaci, studiando preventivamente la situazione, di ideare agguati che possono fruttargli la cattura dei rondoni mentre escono dai nidi.

Il Lodolaio (Falco subbuteo) è uno dei falchi capace di predare i rondoni, soprattutto i giovani inesperti  da poco involati - Giulianova (TE), luglio 2020

Con l'avanzare della stagione di nidificazione, man mano che i nuovi nati lasciano i nidi, torna il silenzio intorno alle colonie: non più legati dall'allevamento dei giovani, così come sono arrivati, i rondoni riprendono il cielo ed il loro vagare in esso. Torneranno in Africa raggiungendo le aree tropicali o meridionali oppure fermandosi più vicino, si fa per dire, nella fascia centrale del continente. Arriverà di nuovo il tempo di tornare in Europa ad occupare le anelate colonie sempre che queste non abbiamo subito danni durante la loro assenza.

Due Rondoni comuni (Apus apus) volano all'unisono presso una piccola colonia: uccelli gregari, cercano la compagnia dei simili sia nei siti di nidificazione che nelle aree trofiche - Francavilla Angitola (VV), giugno 2020


La ristrutturazione delle facciate degli edifici e dei loro tetti, effettuate con quella eccessiva perizia che punta ad eliminare sistematicamente fessure ed anfratti, il disturbo diretto ai siti di nidificazione, comprese pareti montane e falesie, l'urbanizzazione delle coste, si configurano come veri pericoli per i rondoni. Vista la fedeltà ai siti di nidificazione ed addirittura alle stesse cavità che vengono rioccupate di anno in anno, l'impossibilità ad accedervi o di utilizzarle rischia di compromettere la stagione di nidificazione di intere colonie.

Un Rondone maggiore (Apus melba), forse già in migrazione, si aggira lungo i pendii di un'area collinare - Francavilla Angitola (VV), agosto 2020

Più subdolo può risultare l'effetto legato alla generale diminuzione degli insetti, denunciato da più parti a livello globale, perché può avere impatti sui rondoni, così come su intere catene trofiche, privandoli direttamente del sostentamento. La possibilità di ammirarli ancora sui nostri cieli dipende anche dalla nostra sensibilità e capacità di evitare di rendergli l'esistenza eccessivamente impossibile.


Come principali riferimenti si citano i capitoli e le schede relativi ai rondoni dei seguenti testi:

  • Gariboldi A. & Ambrogio A., 2006 - Il comportamento degli uccelli d'Europa - Alberto Perdisa Editore, Bologna
  • Brichetti P. & Fracasso G., 2007 - Ornitologia Italiana Vol.4 - Apodidae-Prunellidae - Oasi Alberto Perdisa Editore, Bologna
  • Svensson L., Mullarney K. e Zetterstrom D. 2012 - Guida degli uccelli d'Europa, Nord Africa e Vicino Oriente - Seconda Edizione - Ricca Editore, Trento

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