“ Non jestimara a Dio o a la Madonna, ma jestima u diavuli cu li corna! ”. Questa era la formula rituale che pronunciavamo quando, bambini, vedevamo dimenarsi, impazzita, la coda monca di una lucertola, immaginando che quei movimenti convulsi altro non fossero che bestemmie, ingiurie e maledizioni pronunciate da quel pezzo di corpo che continuava ad agitarsi, assatanato, prima di quietarsi del tutto, inanimato. In realtà, si tratta di una precisa strategia di difesa sviluppata dal piccolo rettile per ingannare il suo assalitore che, distratto dai movimenti forsennati della coda, perde di vista la parte vitale dell’animale quel tanto che basta per consentigli di mettersi in salvo. Se l’azione diversiva riesce, la coda col tempo ricrescerà dando nuovamente un aspetto completo a quel corpo offeso. Lucertola campestre ( Podarcis siculus ), maschio - Monterosso Calabro (VV), 17 aprile 2017 Le lucertole sono sauri familiari, che siamo abituati a vedere intorno a quelli ...
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