Briciole di solitudine

Se non lo cerchi dall'alto, il Lago dell'Angitola (VV), non è facile da scovare incassato com'è tra le colline ammantate dalla vegetazione mediterranea. Seguendo la vecchia strada che dal Bivio Angitola (VV) porta verso il cuore delle Serre Calabresi, tracciata in periodo borbonico per servire un importante, strategico ed ottocentesco polo siderurgico sorto tra i monti, appare improvviso ed un po' discosto, dopo una curva. Proseguendo, la strada lo taglia in due rami, uno più grande e l'altro più modesto e, da questa sorta di ponte, vista l'assenza di alberi ai suoi margini, lo sguardo può spaziare in modo più completo su quelle acque quiete.

La zona centrale del Lago dell'Angitola - Agosto 2015


Nella seconda metà degli anni settanta del secolo scorso, era questo il punto che aspettava quel bambino, seduto sul sedile posteriore di una Fiat 128, con lo sguardo fisso al finestrino: sapeva che, proprio in quel punto, il padre alla guida avrebbe rallentato, forse avrebbe anche accostato per qualche minuto, per fargli meglio vedere quegli uccelli neri che, quasi subito, avrebbero lasciato delle lunghe scie chiare dietro di loro, correndo sulla superficie dell'acqua e sbattendo le ali, nel tentativo di raggiungere più velocemente il più sicuro centro del lago.

Ruderi di manufatti presso il Lago dell'Angitola - Agosto 2015


Lasciavano quella zona prossima alla strada resa particolare da quei numerosi rami spogli che, spuntando nudi dalla superficie dell'acqua, sembravano braccia tese verso il cielo, vestigia mummificate di antichi alberi morti, rimasti così, quasi imploranti aiuto, da quando, più di dieci anni prima, erano stati in gran parte sommersi dalle acque. Gli uccelli erano Folaghe (Fulica atra) e l'eccessivo timore che all'epoca mostravano per l'uomo poteva anche essere giustificato: non è infatti da escludere che qualche umana figura, con l'intento di cucinarsele o come spregio verso la neonata area di protezione, qualche schioppettata gliela desse anche dall'auto, convinto di massimizzare il rendimento, con il minimo sforzo.

Al Lago dell'Angitola, le Folaghe (Fulica atrasono osservabili facilmente tutto l'anno e sono nidificanti - Ottobre 2014


Lunghi anni sono trascorsi prima che un giovane raccogliesse il coraggio e si decidesse a perlustrare più accuratamente quella zona che, dalla strada principale, sembra ed in parte resta irraggiungibile data la recinzione ed i cancelli che la separano dal resto del mondo circostante. In un certo senso, è stato necessario vincere il timore che può incutere una Natura che sa essere ancora solitaria, intricata, imprevedibile e, perché no, selvaggia, convincendosi che i maggior pericoli non derivino dalle fiere selvatiche, ma più dagli uomini e dai loro comportamenti sconsiderati ed a volte intenzionalmente volti a far del male.

Un Pettirosso (Erithacus rubecula) presenza tipica intorno al lago, soprattutto nella stagione invernale - Aprile 2019


E così, a metà degli anni novanta del secolo scorso, in un gennaio non particolarmente freddo e non tanto piovoso, costui ha iniziato a percorrere strade secondarie, vecchi sentieri e tracciati di animali con l'intento di scoprire l'area che, ancora oggi, pensa di non conoscere del tutto. Alcuni anni prima, sempre in inverno, una fugace visita gli aveva permesso di registrare, al lago, la presenza  di un solitario Cigno reale (Cygnus olor) piovuto chissà come dal cielo, ed impegnato a nuotare vicino alle rive. E' stato comunque nelle successive uscite mirate, spesso effettuate seguendo flebili tracce che si inerpicavano sulle boscate colline circostanti, lontano dalle sponde del lago, che ha incominciato ad imparare a conoscere gli abitanti selvatici che si possono incontrare in zona e, almeno in parte, le loro interazioni.

Un giovane Svasso maggiore (Podiceps cristatus), al lago la specie è osservabile tutto l'anno ed è anche nidificante - Gennaio 2017 


Fin da subito, non è stato poi molto difficile osservare altre specie di uccelli ad incominciare dai Germani reali (Anas platyrhynchos), dagli Svassi maggiori (Podiceps cristatus), dai Cormorani (Phalacrocorax carbo) per giungere agli Aironi cenerini (Ardea cinerea), alle Ghiandaie (Garrulus glandarius) e alle Poiane (Buteo buteo). E già le Poiane... in quei giorni, mentre lui cercava di identificare con certezza quei rapaci vocianti che si spostavano da una collina all'altra o ruotavano in large spirali in quel profondo e fresco cielo invernale, qualcun altro aveva pensato di sparargli un colpo di fucile: un esemplare riempiva una scatola poggiata sul sedile posteriore di una verde Panda 4x4 dell'allora Corpo Forestale dello Stato, era ancora viva, recuperata dagli agenti, impallinata da qualche vile... non ha mai saputo se quel rapace ha ripreso a volare.

Un Airone cenerino (Ardea cinerea) ed alcuni Germani reali (Anas platyrhynchos) nella foschia del primo mattino - Gennaio 2015


Sempre lui, seduto tra le foglie morte di un boschetto di querce che fortunatamente ancora oggi incorona una delle morbide colline che circondano il lago, al finir del pomeriggio, lo sguardo rivolto verso il piatto specchio d'acqua che faceva da riflesso ad un cielo arrossito dai colori del prossimo tramonto, viene distratto da un flebile rumore di foglie proveniente da una sottostante breccia scavata nel pendio da chissà quale remoto scorrere d'acqua. Un minutissimo roditore spicca salti olimpionici per le sue dimensioni, sembra quasi volare per quanto sono lontani tra loro i punti in cui tocca terra, spostandosi a velocità impressionante sullo strato vegetale deposto dagli autunni che si sono susseguiti: è inseguito dalla Morte, incarnata in una Donnola (Mustela nivalis), che altrettanto velocemente lo tallona d'appresso con la frenesia di movimenti che caratterizza questo piccolo e micidiale carnivoro. Un lampo di drammaticità in uno scenario immerso in un'apparente pacifica atmosfera, a ricordare che la lotta tra Vita e Morte mai si placa.

Il Lago dell'Angitola avvolto dai colori serali - Dicembre 2007


Negli anni a venire, dopo le prime esplorazioni, le visite in zona di costui si sono moltiplicate, quasi ad inanellare il tempo, stagione dopo stagione, acquisendo conoscenze direttamente con l'esperienza e raccogliendo ricordi e dati.

L'Airone bianco maggiore (Casmerodius albus) al lago è osservabile soprattutto in inverno - Ottobre 2017


Le visite primaverili, sempre ricche di osservazioni, si svolgono generalmente in uno scenario lussureggiante dall'accecante verde che esplode sulle piante rinvigorite sia dal tepore del Sole sia dall'abbondanza di acqua che spesso stilla continua anche dalle colline argillose circostanti. In questo periodo, solitamente, il livello del lago è al massimo e non di rado capita che le sue lingue, smeraldo di riflesso, si insinuino ingorde nelle valli dei suoi maggiori affluenti, per saggiare ed accogliere prima, le fresche acque che provengono gorgheggianti dalle vicine e visibili Serre che, ricoperte da foreste, con più calma rispetto alla pianura, stanno vestendo anche loro i freschi abiti primaverili.

Un ramo del Fiume Reschia, uno dei maggiori affluenti del lago, scorre tra gli ontani prima raggiungere lo specchio d'acqua - Giugno 2018


La Primavera, qui, va vista ed assaporata, gustata con calma sino agli ultimi bagliori di luce. Può capitare che le vocianti Gru (Grus grus), a marzo, possano non disdegnare una sosta, dove il livello dell'acqua ancora lo permette, così che sia possibile sentire da vicino l'inseguirsi dei loro versi che raccontano di paesi lontani tra cui, loro, si muovono come pendolari annuali. Oppure può succedere di veder sfilare veloci i rapaci migratori, quali Albanelle minori (Circus pygargus) e pallide (Circus macrourus), Falchi di palude (Circus aeruginosus), Nibbi bruni (Milvus migrans), Falchi pecchiaioli (Pernis apivorus) e Lodolai (Falco subbuteo), diretti verso le loro lontane aree di nidificazione.

Il Nibbio bruno (Milvus migrans) è osservabile intorno al lago durante i passi migratori - Aprile 2015


O è anche possibile osservare la superficie del lago sorvolata da migliaia di ali che, con i lori movimenti, disegnano rotte incrociate di pennellate chiare/scure, appartenenti a stormi di Rondini (Hirundo rustica), Balestrucci (Delichon urbicum), Topini (Riparia riparia), Rondoni comuni (Apus apus) e maggiori (Apus melba), Mignattini comuni (Chlidonias niger) e Gabbianelli (Hydrocoloeus minutus) che qui si alimentano approfittando dell'abbondanza di cibo che si offre ai loro affamati becchi. Non di rado, le bianche e grandi Spatole (Platalea leucorodia) tracciano in cielo le loro traiettorie prima di abbassarsi, voraci, a sondare con il loro becco la superficie dell'acqua in cerca di cibo,  là dove il fondo del lago si mantiene basso, disegnando semicerchi davanti alle loro zampe in movimento. Spesso i Mignattai (Plegadis falcinellus), dal piumaggio scuro e splendido di metalliche iridescenze, si aggirano nella vegetazione bassa ed allagata in cerca di alimento oppure si può incrociare lo sguardo con una Cicogna nera (Ciconia nigra), sorpresa in qualche fosso a catturar rane e rospi impegnati nei loro rituali amorosi.

Una Cicogna nera (Ciconia nigra) immatura, al lago la specie può essere osservata soprattutto durante il passo primaverile - Giugno 2005


Ai canti primaverili poi è meglio non porgere attenzione per non restare ammaliati e persi nel cogliere, attraverso l'orecchio, le note penetranti degli Usignoli (Luscinia megarhynchos) accompagnati dai fischi dei Merli (Turdus merula) e delle Capinere (Sylvia atricapilla), i gorgheggi delle Sterpazzoline comuni (Sylvia cantillans) e degli Occhiocotti (Sylvia melanocephala), o le deflagrazioni improvvise degli Usignoli di fiume (Cettia cetti) e dei piccoli Scriccioli (Troglodytes troglodytes): ogni essere segue, solista, il suo spartito e, incredibilmente, nello stesso tempo, non infrange l'armonia complessiva di un coro naturale cantato a più voci.

L'Usignolo di fiume (Cettia cetti) è presente intorno al lago tutto l'anno, è facile udire il suo canto anche in inverno - Novembre 2014


Attardandosi fin dopo il tramonto, quando lentamente, uno ad uno, si spengono i canti degli uccelli canori e le Volpi (Vulpes vulpes) già battono le rive in cerca di sprovveduti o esausti pennuti, può succedere, con l'avanzare delle ombre, che il silenzio sia rotto dai richiami scoppiettanti delle Nitticore (Nycticorax nycticorax) o di vedere partire assieme, verso i siti di nidificazione, quattro grossi Aironi cenerini che, pesantemente e con ampie volute, richiamandosi tra loro, prendono lentamente e decisamente quota sino a sparire lontani nel cielo sempre più scuro, mentre i pianeti e le prime stelle punteggiano il firmamento e persino una cometa mostra evidente la sua suffusa coda.

Il minuscolo e colorato Fiorrancino (Regulus ignicapillasi può incontrare nei boschi intorno al lago in tutte le stagioni - Aprile 2015


L'estate, si sa, non il periodo migliore, il caldo da queste parti può essere difficile da sopportare, ma se si arriva al mattino presto si ha a disposizione qualche ora prima che la calura ti faccia rimpiangere i vicini lidi marini, dove le brezze possono mitigare anche le temperature più elevate, o le ombrose e fresche alture delle Serre. Aggirandosi in zona anche d'estate, sfruttando appunto il mattino presto o il tardo pomeriggio, approfittando dell'ombra provvidenziale di qualche albero e sfidando gli insetti molesti e le spine dei cespugli e delle erbe riarse dal Sole, è possibile ancora incontrare le Averle piccole (Lanius collurio) o le sempre più rare Averle capirosse (Lanius senator).

Un'Averla capirossa (Lanius senator), un tempo diffusa in tarda primavera ed estate, ora sempre più rara anche intorno al lago - Maggio 2015


Dalla superficie del lago possono giungere continui i richiami dei giovani Svassi maggiori, nati qui, che petulanti chiedono ad uno dei genitori di essere imbeccati: questi si immergono di continuo emergendo con dei pesciolini che vengono subito ingurgitati dai figli, ma ciò non smorza le loro insistenti richieste ed la giostra ricomincia. Si odono Colombacci (Columba palumbus) cantare tra le fronde degli alberi, accompagnati dai versi di allarme del Picchio rosso maggiore (Dendrocopos major) o dallo sghignazzare del Picchio verde (Picus viridis); si possono vedere le Tortore selvatiche (Streptopelia turtur) mentre si inseguono tra loro. Non è difficile sentire il Rigogolo (Oriolus oriolus) e, con un po' di fortuna, scorgerne, tra le fronde, il maschio dipinto di sole. Il Falco della regina (Falco eleonorae) può solcare questi cieli e volare lungo i pendii delle colline circostanti. I Corvi imperiali (Corvus corax) possono farsi vedere, sempre almeno in due, annunciati dalla loro roca voce. I colorati Gruccioni (Merops apiaster) e Martin pescatori (Alcedo atthis) sono di casa.

Al Lago dell'Angitola, i Gruccioni (Merops apiaster) sono una presenza estiva costante - Settembre 2018  


E mentre il canto delle cicale si fa sempre più assordante e le libellule, non più intorpidite dal fresco della notte, schizzano via appena ti avvicini, può succedere di vedere un Falco pecchiaiolo mentre si alza in volo dalla base di una ginestra, tenendo un favo ben saldo con gli artigli. Forse, per tutta la mattinata, ha scavato nel terreno un nido di vespa, resistendo agli attacchi delle inferocite operaie, per conquistare il bottino che ora trasposta in fretta lontano da qui. Le cicciottelle larve contenute nel favo serviranno a sfamare i sui giovani figli, verranno estratte con perizia una per una, nessuna andrà persa: la fine d'agosto e settembre stanno per arrivare ed allora per tutti loro sarà già tempo di volare verso l'Africa, a Sud del Sahara, prima gli adulti e poi, da soli, i giovani.

Un maschio maturo di Frecciazzurra puntanera (Orthetrum cancellatum), libellula molto comune al lago, qui fotografata sullo sfondo un pneumatico abbandonato - Agosto 2015 


Con la fine dell'estate e l'arrivo dell'autunno, le rive del lago si animano di nuove presenze, generalmente solo di passaggio. Si tratta di uccelli limicoli, amanti del fango e del limo, spesso di piccole dimensioni, la cui osservazione in zona non è facilitata dalle elevate distanze in gioco: Corriere grosso (Charadrius hiaticula), Corriere piccolo (Charadrius dubius), Chiurlo maggiore (Numenius arquata), Pantana (Tringa nebularia), Piro piro culbianco (Tringa ochropus), Piro piro boschereccio (Tringa glareola), Piro piro piccolo (Actitis hypoleucos), Beccaccino (Gallinago gallinago), Gambecchio comune (Calidris minuta), Piovanello pancianera (Calidris alpina), Combattente (Philomachus pugnax) e Cavaliere d'Italia (Himantopus himantopus).

Le Pantane (Tringa nebularia), limicoli di medie dimensioni, si possono osservare sulle rive del lago soprattutto durante i passi - Ottobre 2014


In tali atmosfere, non è difficile sentire il tonfo prodotto dal Falco pescatore (Pandion haliaetus), anche lui in sosta migratoria, nel momento in cui, dopo una veloce picchiata, sfonda l'acqua del lago con le sue possenti zampe protese in avanti, pronte ad afferrare e trattenere qualche grosso pesce che ha osato avvicinarsi alla superficie senza porre molta attenzione a cosa succedeva sulla sua testa.

Un Falco pescatore (Pandion haliaetus) trattiene con le zampe il frutto delle sue fatiche; la specie è osservabile al lago principalmente durante i passi migratori - Aprile 2017


Con l'avanzare della stagione autunnale arrivano anche le anatre selvatiche, molto ricercate anche dai cacciatori che fanno percepire la loro funesta presenza producendo detonazioni appena fuori i confini della riserva. Vari contingenti di anatre si fermeranno anche a svernare, soprattutto Alzavole (Anas crecca) e Fischioni (Anas penelope), ma anche, in numeri più bassi, Mestoloni (Anas clypeata), Moriglioni (Aythya ferina) e Germani reali. Volpoche (Tadorna tadorna), Canapiglie (Anas strepera), Codoni (Anas acuta) e Morette tabaccate (Aythya nyroca) sono più difficili da vedere, ma comunque si incontrano pure loro con più bassi numeri di esemplari. In inverno, con le acque mantenute ai minimi livelli, qualche gruppo di Pavoncelle (Vanellus vanellus) può sostare sulle rive, mentre, sulle aree emerse al centro del bacino, si concentrano numerosi i Gabbiani reali (Larus michahellis) assieme ai Gabbiani comuni (Chroicocephalus ridibundus) e qualche Zafferano (Larus fuscus).

Un'Aquila minore (Aquila pennata) morfismo chiaro, al lago può essere osservata durante i passi, ma anche in inverno - Novembre 2018


Aironi cenerini e bianchi maggiori (Casmerodius albus), nonché Garzette (Egretta garzetta) e Cormorani diventano presenze più consistenti. Ancora una volta, le Gru possono decidere di sostare qualche giorno mentre viaggiano verso Sud, mentre l'Aquila minore (Aquila pennata) può essere osservata anche come svernante, spesso seguita da stuoli di Cornacchie grigie (Corvus cornix) e Taccole (Corvus monedula) che la perseguitano.

Il Piro piro piccolo (Actitis hypoleucos), un limicolo di piccole dimensioni, si osserva al lago come svernante e durante i passi migratori - Gennaio 2015


Il silenzio invernale può essere squarciato anche dalle urla improvvise e selvagge del Falco pellegrino (Falco peregrinus) che riecheggiano tra una sponda e l'altra del lago: grida di esultanza e di soddisfazione per aver conquistato, tra tanta abbondanza, la sua preda, aiutato dalla velocità che i suoi muscoli hanno saputo imprimere a tutto il suo corpo, spesso raccolto come un proiettile durante le sue vertiginose picchiate.

Un giovane Falco pellegrino (Falco peregrinus) a caccia - Novembre 2018


Su tutto ciò, l'uomo volge il suo sguardo, guidato dai suoi interessi più o meno nobili. C'è chi lo fa in cerca di luoghi in cui liberarsi dell'ingombrante, abbandonando, non visto, ai lati delle scomode e solitarie strade, rifiuti di varie origini. Chi lo fa con bramosia pensando a come potrebbe riempire il carniere se solo potesse puntare, indisturbato, il suo fucile verso quel popolo alato che qui si dimena quando invece, acciuffato, potrebbe essere pronto ad esser spennato. C'è chi lo guarda con nostalgia ricordando la zona quando il lago ancor non c'era, quando ancora la sua umidità non risaliva per chilometri le valli circostanti sotto forma di fitta e fastidiosa nebbia. C'è chi lo vedrebbe bene solcato da qualche pedalò o lo guarda con frustrazione percependolo come un'area abbandonata, inutilizzata, senza possibilità di fruizione. In effetti, qualche intervento mirato e non invasivo, sostenuto da un progetto di sostenibilità ben ponderato, potrebbe essere auspicabile, vigilando però affinché non si trasformi, come spesso succede, in costose, inutili e poi abbandonate colate di cemento, generalmente tanto caldeggiate invece da chi maneggia e smista denari non suoi.

Il Gheppio (Falco tinnunculus) è osservabile intorno al lago in tutte le stagioni - Febbraio 2017


Non tutto può essere valorizzato secondo i classici ed umani canoni economici, non ne siamo capaci o non vogliamo farlo associando un reale costo a tutto ciò di naturale che consumiamo e pregiudichiamo all'uso, o alla semplice fruizione contemplativa, di chi verrà dopo di noi. Bisognerebbe lavorare a quella crescita culturale in grado di facilitare ed aumentare la percezione del naturale e delle interazioni tra viventi da cui ci si allontana sempre più, spinti dalla frenesia giornaliera, dall'avere tutto a portata di scaffale, dalla ricerca del futile spicciolo e dall'abitudine dilagante 'di arraffare e portar via' spesso anche imbrattando ciò che si lascia. Una maggiore educazione a percepire e capire ciò che ci circonda allarga gli orizzonti perché non sempre è sufficiente l'apertura di una nuova via per far cogliere maggiori dettagli se manca e non si allena quella capacità di visione che può consentire realmente di allargarli. E forse si comprenderà meglio che siamo solo una parte del mondo naturale e selvatico che ci circonda, che ciò che facciamo al pianeta ha delle conseguenze che si ripercuoteranno su tutti, nel bene e nel male.

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Note
- La cometa citata nel testo è nota come Cometa Hale-Bopp ed è stata visibile ed osservabile, anche ad occhio nudo, tra il 1996 ed 1997
- Per una visita naturalistica al Lago dell'Angitola, premunendosi almeno di un binocolo e di scarpe adatte a muoversi su fondi naturali, si può anche consultare il post Invito alla visita: Lago Angitola (VV)
- La maggior parte delle foto di uccelli presentate in questo post, pur rappresentando specie che è possibile osservare al Lago dell'Angitola, non sono state scattate in tale area

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