Profili dolomitici e svolazzi di ali

Da Venezia, siamo giunti sulle rive del Lago di Alleghe (BL) dopo un viaggio caratterizzato da cielo plumbeo e temporali. Le previsioni per i giorni successivi non erano delle più entusiasmanti ma, con un po’ di remore, ci siamo avviati lo stesso, arrivando nel tardo pomeriggio di un giorno di fine giugno.

All'ombra del massiccio del Civetta (3220 m) , Alleghe (BL) sorge sulla riga sinistra dell'omonimo lago formatosi, nel gennaio del 1771, a seguito di una vasta frana che interruppe il corso del Cordevole, lasciando una cinquantina di vittime; la formazione del bacino lacustre si completò dopo un paio di mesi dall'evento - Rocca Pietore (BL), giugno 2017

Nei giorni seguenti, non si è camminato tanto per sentieri, così come si era preventivato: la situazione meteorologica lo ha sconsigliato anche per evitare di esporre i bambini che ci accompagnavano a condizioni impietose. Le stesse condizioni hanno però fornito giochi di luci e di ombre a ciò che ci circondava, rendendo possibile, a distanza di anni, la selezione un portfolio di immagini che di seguito si propongono assieme ad un reportage di osservazioni, probabilmente, ancora attuale.

Il Civetta (3220 m) - Alleghe (BL), giugno 2017

Il giorno successivo all’arrivo, la temperatura era parecchio fresca e, già dall’apertura del balcone, si è intuito che avremmo dovuto indossare gli indumenti più pesanti che avevamo avuto cura di caricare in macchina.

Quattro giovani Rondini montane (Ptyonoprogne rupestris), che hanno lasciato da poco il nido, sostano su un cornicione accostate le une alle altre; tale posizione, assieme al piumaggio mantenuto gonfio in modo da imprigionare più aria, evita loro di raffreddarsi troppo al fresco del primo mattino - Alleghe (BL), giugno 2017 

Ad inizio mattinata, l’aria si era fatta già parecchio umida e, sotto una leggera pioggerellina, abbiamo optato per un tranquillo giro intorno al lago, sperando in un miglioramento del tempo. Si tratta di un lago di sbarramento che si è formato nel corso di un paio di mesi, nella seconda metà del 1700, a seguito di una poderosa frana che bloccò il corso del Cordevole, un affluente del Piave, seppellendo alcuni villaggi. E' posto intorno ai 1000 m di altitudine, all’ombra del gruppo del Civetta. Percorrendo i passaggi intorno alle sue rive, visto il periodo, è stato possibile osservare un’esplosione di giovani nati, comunque già dotati di ali piumate tali da consentirgli i primi svolazzi utili ad esplorare il mondo, mentre ancora i loro genitori li ricoprivano di attenzioni.

Un giovane Codirosso comune (Phoenicurus phoenicurus) ci osserva incuriosito al nostro passaggio - Alleghe (BL), giugno 2017


Una giovane Ballerina bianca (Motacilla alba) sosta sul bordo di una barca ormeggiata alla riva - Alleghe (BL), giugno 2017

Dal punto di vista ornitologico, è stata la giornata più proficua in termini di specie poiché è stato possibile osservare sia alcune specie legate agli ambienti umidi, sia alcune associate ad aree boscate montane assieme ad altre legate all’ambiente urbano. Alle Rondini montane (Ptyonoprogne rupestris) del primo mattino è stato quindi facile affiancare Balestrucci (Delichon urbicum), Passere d’Italia (Passer italiae), Codirossi comuni (Phoenicurus phoenicurus), Cinciallegre (Parus major), Ballerine bianche (Motacilla alba), Luì piccoli (Phylloscopus collybita) e Fringuelli (Fringilla coelebs). 

Un maschio adulto di Codirosso comune (Phoenicurus phoenicurus) - Rocca Pietore (BL), giugno 2017

Un adulto di Ballerina bianca (Motacilla alba) ricerca prede nei pressi del terreno - Rocca Pietore (BL), giugno 2017

Poi, sul lago, Cigni reali (Cygnus olor), Germani reali (Anas platyrhynchos), Aironi cenerini (Ardea cinerea) e Gabbiani comuni (Chroicocephalus ridibundus).

Una famiglia di Cigni reali (Cygnus olor) composta da un adulto e cinque giovani - Rocca Pietore (BL), giugno 2017

Alcuni adulti di Gabbiano comune (Chroicocephalus ridibundus) sostano sulle rive fangose del lago - Rocca Pietore (BL), giugno 2017


Rondini (Hirundo rustica), Pettirossi (Erithacus rubecula), Scriccioli (Troglodytes troglodytes), Merli (Turdus merula) e Capinere (Sylvia atricapilla) hanno fatto da sfondo a Cince bigie (Poecile palustris), Cince more (Periparus ater), Ballerine gialle (Motacilla cinerea), qualche Codirosso spazzacamino (Phoenicurus ochruros) e Pigliamosche (Muscicapa striata), alcuni Cardellini (Carduelis carduelis) ed un solitario Rondone comune (Apus apus).

Una femmina adulta di Codirosso comune (Phoenicurus phoenicurus) confeziona un boccone per i suoi pulli - Rocca Pietore (BL), giugno 2017

Tra i corvidi, abbiamo avuto contatti con la Ghiandaia (Garrulus glandarius), il Corvo imperiale (Corvus corax) e la Cornacchia nera (Corvus corone); tra i rapaci, con lo Sparviere (Accipiter nisus), la Poiana (Buteo buteo) e due Aquili reali (Aquila chrysaetos), alte in cielo, in spostamento tra le sovrastanti creste.

Un giovane Codirosso comune (Phoenicurus phoenicurus) chiede l'imbeccata alla propria madre - Alleghe (BL), giugno 2017

Nel secondo pomeriggio, sotto un cielo un po’ più aperto, abbiamo raggiunto i 1773 m del Passo Staulanza tra il massiccio del Civetta e quello del Pelmo dove, alla lista ornitologica della giornata, abbiamo potuto aggiungere i Sordoni (Prunella collaris) ed i Ciuffolotti (Pyrrhula pyrrhula).

I dolomitici bastioni occidentali del Pelmetto (2990 m), nel gruppo del Pelmo (3168 m), visto da Passo Staulanza - Zoldo Alto (BL), giugno 2017

Il giorno successivo lo abbiamo dedicato ai pascoli alpini al limite dei boschi di Larici e a quello inferiore della prateria alpina, immersi in ampi scenari montani.

Da destra a sinistra: La Croda Nera (2518 m), il Monte Verdai (2492 m), il Monte Cernera (2657 m), la Costa della Role (2578 m), il Monte Formin (2657 m), la Cima Ambrizzola (2715 m) e, staccato dal resto, il Becco di Mezzodì (2603 m) che, da Cortina, funzionava come una specie di naturale meridiana - Alleghe (BL), giugno 2017

La Marmolada (3342 m) - Alleghe (BL), giugno 2017 

L’intento, forse un po’ utopistico per il nostro passo, era di arrivare al Lago di Coldai, nel gruppo del Civetta, ma la pioggia battente è iniziata troppo presto costringendoci a fermarci dove il sentiero incominciava ad inerpicarsi tra le rocce e l’erba: qui abbiamo approntato un rifugio provvisorio armando opportunamente un paio di mantelle alla parete esterna di una malga che, grazie al poco vento, ci ha mantenuti asciutti. Tra i 1800 m e i 1950 m, abbiamo incontrato alcune specie di uccelli tipiche di questi ambienti ovvero Prispoloni (Anthus trivialis), Spioncelli (Anthus spinoletta), Merli dal collare (Turdus torquatus), Culbianchi (Oenanthe oenanthe), Nocciolaie (Nucifraga caryocatactes) e un Corvo imperiale. Sotto la pioggia, un maschio di Stiaccino (Saxicola rubetra).

Il Pelmo (3168 m) - Alleghe (BL), giugno 2017

Un maschio di Stiaccino (Saxicola rubetra) sfida la pioggia dalla cima di un Larice (Larix decidua- Alleghe (BL), giugno 2017

Appena la pioggia si è ridotta di intensità, siamo ritornati sui nostri passi, scelta che si è dimostrata saggia perché, all’ora di pranzo, si è scatenato un poderoso temporale che sicuramente non ci avrebbe risparmiato una freddata. Abbiamo così pranzato al caldo di un rifugio per poi scendere di quota, intorno ai 1550 m di altitudine, sul versante Nord del Civetta. Oltre alle specie già citate, qui è stato possibile aggiungere l’Averla piccola (Lanius collurio), il Picchio verde (Picus viridis), il Regolo (Regulus regulus) ed il Falco pecchiaiolo (Pernis apivorus). Presso un minuscolo laghetto artificiale, una femmina di Anatra germanata (Anas platyrhynchos (Bastard)) con otto anatroccoli al seguito ed un’arvicola non meglio precisata.

L'impressionante parete Nord-Ovest del gruppo del Civetta (3220 m) con il piccolo ghiacciaio pensile del Cristallo - Alleghe (BL), giugno 2017

La vertiginosa e severa parete Sud della Marmolada (3342 m) vista da quota 1550 m circa, sul versante Nord del Civetta - Alleghe (BL), giugno 2017

Le fasi di corteggiamento di una coppia di Mera (Lasiommata maera) - Alleghe (BL), giugno 2017

Il giorno successivo è stato dedicato ai passi: bisognava andare a Cortina d’Ampezzo (BL), perché bisognava, non lo chiedete, ma bisognava… Prima di partite, su alcuni Abeti rossi, presso la riva del Lago di Alleghe, scorgo degli Aironi cenerini che stazionano su dei vecchi e grossi nidi: si tratta di una garzaia a 1000 m di altitudine, ancora frequentata da adulti e giovani dell’anno, posta in uno scenario inconsueto per come si è abituati a vedere la specie!

Un Airone cenerino (Ardea cinerea) staziona su un nido costruito su un Abete rosso (Picea abies); la presenza di diversi nidi della stessa specie evidenzia la sede di una garzaia posta a 1000 m di quota - Alleghe (BL), luglio 2017

Lungo il percorso, provvidenziali, sono state le soste, soprattutto quelle a Passo Giau (2236 m), all’andata, e quella al Passo Falzarego (2109 m), al ritorno. 

Punta Gallina (2518 m) e Monte Averau (2647 m) - Colle Santa Lucia (BL), luglio 2017

Questi passi, probabilmente a causa delle condizioni meteorologiche instabili e del periodo, per fortuna, non sono risultati tanto frequentati e ciò ha consentito di godere degli interessanti spunti paesaggistici che offrono: ho apprezzato soprattutto il primo. A qualche chilometro da Passo Giau, di interessante, ancora dei Merli dal collare e dei Prispoloni.

Dal Col Gallina (2115 m) alle Tofane di Rozes (3225 m) e di Mezzo (3244 m) abbracciando Punta Gallina (2518 m), l'Averau (2647 m), il Nuvolau (2574 m) e, in primo piano, il Ra Gusela (2595 m) - San Vito di Cadore (BL), luglio 2012


Il Settsass (2571 m) visto da Passo Giau - Colle Santa Lucia (BL), luglio 2017


Al passo e nei suoi dintorni c’erano Fringuelli alpini (Montifringilla nivalis), Spioncelli, Gracchi alpini (Pyrrhocorax graculus), Culbianchi, Fanelli (Carduelis cannabina) e Corvi imperiali; inoltre, almeno un’Allodola (Alauda arvensis) ed ancora un solitario Rondone comune.


L'Averau (2647 m), il Nuvolau (2574 m), con l'omonimo rifugio, e il Ra Gusela (2595 m) visti dai dintorni di Passo Giau - Colle Santa Lucia (BL), luglio 2017

La Forcella di Col Piombin (2239 m) che separa l'omonimo colle dal Monte Cernera (2657 m) - San Vito di Cadore (BL), luglio 2012

I Lastoi de Formin (2657 m) e, subito dietro, la Croda del Lago (2701 m) visti dai dintorni di Passo Giau - San Vito di Cadore (BL), luglio 2012

Dalla cima di una roccia, in una zona di poderosi sfasciumi, allarmava una paffuta Marmotta (Marmota marmota).

Una Marmotta (Marmota marmota) fa da vedetta dalla sommità di una roccia - Colle Santa Lucia, luglio 2017

Il giornaliero diluvio ci ha colto proprio nelle strade di Cortina che, dal punto di vista ornitologico ci ha regalato un Luì bianco (Phylloscopus bonelli) e dei Pettirossi, prima di entrare in paese, e una Cesena (Turdus pilaris), zuppa di pioggia, che raccoglieva prede per i suoi pulli, in un parco urbano. Curiosi anche i Passeri d’Italia, molto confidenti, sui tavolini degli esercizi che animano le vie del centro.

Una Cesena (Turdus pilaris) si aggira nel prato inumidito dalla pioggia di un parco urbano - Cortina d'Ampezzo (BL), luglio 2017


Il Sorapiss (3205 m) - Cortina d'Ampezzo (BL), luglio 2017


La Cima Ambrizzola (2715 m) vista dai pressi di Cortina - Cortina d'Ampezzo (BL), luglio 2017


Niente di nuovo a Passo Falzarego mentre, qualche chilometro più in basso, vi erano chiari segni di presenza di Cervo (Cervus elaphus).

La dorsale del Pomagagnon (2450 m) ed il Monte Cristallo (3221 m) sovrastano la conca di Cortina - Cortina d'Ampezzo (BL), luglio 2017


Le Cinque Torri d'Averau (2361 m) - Cortina d'Ampezzo (BL), luglio 2017

Il giorno successivo, l’ultimo di permanenza, era per i bambini, quelli più piccoli e quelli più cresciutelli. Con il trenino, si è attraversato i Serrai di Sottoguda, una profonda gola tra due pareti a picco, da cui spesso precipitano vari salti d’acqua, che si trova ai piedi delle Marmolada. A monte della gola, dopo aver aggiunto un Gheppio (Falco tinnunculus) alla lista degli avvistamenti, con gli impianti, siamo saliti sulla Marmolada fermandoci però alla stazione posta a 2950 m di quota: la nebbia e soprattutto il forte vento impedivano di arrivare più in alto; per il ghiacciaio, inoltre, non eravamo equipaggiati. Le nuvole hanno in parte bloccato la vista verso il Trentino, ma gli sprazzi di cielo aperto verso il Veneto hanno consentito ampi colpi d’occhio da quel lato. In quota, solo Gracchi alpini.

Un Gracchio alpino (Pyrrhocorax graculus) tipico corvide delle alte vette - Rocca Pietore (BL), luglio 2017

C’è stato il tempo di vedere i resti di alcune postazioni militari risalenti alla Prima Guerra Mondiale. Qui, come nelle località vicine, lungo un fronte che andava dalla Lombardia al Golfo di Venezia, si è combattuta una guerra tremenda, in condizioni veramente proibitive, tra l'Esercito del Regno d'Italia e quello Austro-Ungarico.

Mentre le nuvole tagliano di netto le affilate vette, dalle nude ed irte balze rocciose della Marmolada sbuca il Passo Sella (2240 m) che separa il gruppo del Sassolungo (3181 m) dal gruppo del Sella (3152 m) - Rocca Pietore (BL), luglio 2017

Sulle alpi, questa guerra è diventata presto una corsa a conquistare le posizioni più elevate in modo da assicurarsi un vantaggio sugli avversari: si attaccavano e difendevano posizioni sulle creste delle montagne, tenendole anche d’inverno, scavando rifugi, trincee e camminamenti nelle rocce e nei ghiacciai. E più che per le pallottole e le granate nemiche, si moriva di stenti, di congelamento e di valanghe, in un conflitto caratterizzato dall’attesa poiché l’azione, non favorita dal terreno conteso, si trasformava facilmente in carneficina. Guardandolo oggi, sembra quasi incredibile che tale maestoso scenario naturale sia stato teatro di tanta assurda sventura umana, ma così è stato.

Una delle postazioni militari sulla Marmolada risalenti alla Prima Guerra Mondiale e un cippo commemorativo bilingue ai caduti di entrambi i fronti: separati in guerra, uniti nel ricordo - Rocca Pietore (BL), luglio 2017

Per noi, però, si era fatto il tempo di rientrare: per questa giornata, la pioggia ci ha colto solo quando eravamo già in auto, decisamente avviati verso Sud.

Il gruppo del Civetta (3220 m) visto da quota 2950 m sulla Marmolada - Rocca Pietore (BL), luglio 2017

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