Aveva da poco smesso di piovere. Stavo osservando dei Fratini (Charadrius alexandrinus) ed un Corriere grosso (Charadrius hiaticula) che zampettavano lungo la battigia, sotto un cielo grigio e plumbeo che, all’orizzonte, si mischiava con il mare mosso che si infrangeva, spumeggiando, contro i vicini frangiflutti. Ad occhio, scorgo una lontana sagoma che vola sul mare, sbattendo poco le ali; a tratti, la vedo planare in un modo che mi ricorda un’albanella, tanto che suppongo che si stia avvicinando un’Albanella reale (Circus cyaneus) o un Falco di palude (Circus aeruginosus) che, in migrazione, ha puntato verso la terra ferma.
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Un Gufo comune (Asio otus) in volo sul mare, in probabile migrazione - Provincia di Roma, marzo 2023 |
Basta inquadrarla al binocolo per accorgersi che quella sagoma non è di una generica albanella, ma piuttosto è quella di un rapace notturno dato il vistoso capoccione che mostra incardinato sul corpo: per colorazione e caratteristiche del piumaggio, è sicuramente un gufo! Penso ad un possibile Gufo di palude (Asio flammeus) visto che la specie è già di passo. Guardandolo, penso che, se mi vorrà veramente bene, verrà verso di me; spero che da lì a poco mi possa sorvolare da vicino e già l’inquadro con l’attrezzatura fotografica. Chiaramente, non mi vuole invece bene, perché sembra volerne di più ad un pescatore che, attento alle sue canne, forse nemmeno si accorge di chi sta arrivando sulla costa. Non mi resta che fotografarlo da lontano mentre mi sfila lateralmente, transitando vicino al suddetto. Lo vedo sparire nella chioma di alcune palme, all'interno di un’area recintata, che, non si sa come, ancora resistono ai sicuri assalti del Punteruolo rosso.
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Un Gufo comune (Asio otus), in probabile migrazione, si approssima alla costa - Provincia di Roma, marzo 2023 |
Sullo schermo della macchina fotografica, do una rapida occhiata alle foto; alcuni scatti sembrano significativi nonostante la distanza: non vedo occhi con iride gialla, ma piuttosto delle iridi arancioni che non quadrano con il Gufo di palude. Non quadra nemmeno che si sia posato su un albero invece che tuffarsi a terra nelle distese di cannucce, che certo non mancano in zona e che dovrebbe preferire per riposarsi… se fosse realmente un Gufo di palude! La distinzione tra Gufo di palude e Gufo comune (Asio otus), durante un contatto in natura, non è sempre immediata da cogliere e, specialmente in osservazioni a distanza, non è da tralasciare la possibilità di giungere a conclusioni affrettate: sicuramente la situazione merita un supplemento d’indagine da fare con calma sul materiale documentativo raccolto.
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Un Gufo comune (Asio otus) - Provincia di Roma, marzo 2023 |
Mi attardo un po’ con i limicoli che stavo osservando prima di cogliere la suddetta scena; mi convinco che dal mare potrebbe giungere qualcos’altro e scruto le sagome che volano sulla distesa, seguendo anche i gruppi di veloci e lontane anatre che si riveleranno stormi di Marzaiole (Anas querquedula). Mi ripropongo di avvicinarmi, per quanto possibile, alle suddette palme per vedere se, tra le enormi foglie, riuscirò a scorgere qualche immagine dirimente già sul campo.
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Un Fratino (Charadrius alexandrinus) staziona lungo la battigia - Provincia di Roma, marzo 2023 |
Mi sono da poco avviato verso la meta, quando mi accorgo che le Cornacchie grigie (Corvus cornix), a contrario di me, non hanno indugiato ad interessarsi al nuovo arrivato: tre o quattro cornacchie stanno inseguendo, in volo, un gufo che le tiene a bada con ardore; probabilmente, lo hanno stanato dal rifugio arboreo in cui si era rintanato. Ancora una volta, dimostra di non volermi bene: il gufo, con il suo codazzo, non si dirige verso di me, come speravo, ma nuovamente finisce sulla testa dello stesso pescatore che questa volta non può restare indifferente al parapiglia che gli gira intorno e che io posso cogliere solo da lontano... da troppo lontano per i miei gusti!
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Un Gufo comune (Asio otus) punta una Cornacchia grigia (Corvus cornix) - Provincia di Roma, marzo 2023 |
Questa volta il gufo si lascia cadere nelle cannucce ai bordi della palude mettendo in allarme i numerosi irundinidi in alimentazione sull’area ed alzando in volo anche due Mignattai (Plegadis falcinellus) che, probabilmente, stavano tranquilli là nel mezzo; i due si aggiungono alle cornacchie nel volare intorno alla posizione in cui il notturno si era inabissato. Tento d’avvicinarmi e, nel farlo, debbo passare a fianco del pescatore: poggiato ad una staccionata, risponde al mio saluto e mi sorride con l'espressione soddisfatta di chi sembra stia pensando: hai visto che baraonda è appena successa sulla mia testa?… ho visto sì, che culo, rispondo mentalmente, per poi concludere che il Signore dà pane a chi non ha denti, ma sia comunque fatta la Sua volontà!
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Un Gufo comune (Asio otus) controlla delle Cornacchie grigie (Corvus cornix) che lo stanno infastidendo - Provincia di Roma, marzo 2023 |
Dev’essersi adagiato tra le cannucce, non riesco a vederlo; ora sì che si comporta da Gufo di palude! Una cornacchia sembra invece sapere bene dove si nasconde. Il gufo si rialza brevemente in volo e mi sembra di capire che si posi, tra le canne ed un rovo, sempre sul bordo della palude, ad una quindicina di metri di distanza. Mi porto in posizione favorevole per cercare di vederlo, ma ancora una volta non ci riesco; anche la tenace cornacchia sembra averlo mollato al suo destino. Mi fermo un po’ lì ad aspettare anche perché si vede un ampio pezzo di palude che prima non avevo controllato: due Marzaiole e vari Mestoloni (Anas clypeata) riposano o nuotano tranquilli accompagnati dai più agitati Germani reali (Anas platyrhynchos) che già sentono friggere gli ormoni primaverili. Più tardi comparirà anche una coppia di Fistioni turchi (Netta rufina) mentre dei Tuffetti (Tachybaptus ruficollis) chiacchierano dai canali, nascosti dalle cannucce.
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Un maschio di Mestolone (Anas clypeata) in abito - Provincia di Roma, marzo 2023 |
A circa 500 metri di distanza, in un’altra zona della palude, vedo volare qualcosa di sospetto, compare e scompare dietro un gruppo di tamerici; lo guardo al binocolo e, grazie al suo testone, traspare chiaramente la sua natura gufesca. Come diavolo ha fatto ad arrivare sino a laggiù? Avrei detto che si fosse posato non lontano dalla posizione che occupavo! Deve aver volato basso sulla palude ma, se così, perché non ha creato lo scompiglio tra i presenti come lo ha generato prima? Mentre la mia mente naviga tra questi quesiti, la nuova figura prende quota rapidamente, semina in altezza una cornacchia che si era avvicinata in volo; gli faccio un paio di scatti seppur conscio della distanza proibitiva e lo seguo al binocolo.
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Un Gufo di palude (Asio flammeus) vola alto nel cielo - Provincia di Roma, marzo 2023 |
Sembra voglia proseguire il suo viaggio; non si è riposato per niente, penso: da quando l’ho visto, non è passata nemmeno un’ora di tempo! Si alza sempre di più d’altezza, mi sembra intenzionato ad andare verso l’interno, ma continuo a seguirlo nella speranza che torni indietro abbassandosi nuovamente verso la palude. Non è così: non si dirige verso l’entroterra ma torna, alto, verso il mare. Confido nei Gabbiani reali (Larus michahellis) che volano numerosi sul mare e sanno essere estremamente persuasivi: forse lo convinceranno che è meglio tornare in palude. Temo, addirittura, che possa finir male per il gufo stesso: i Gabbiani reali, forti del numero, non perdonano negligenze, non sul mare aperto. Mi guardo intorno: tranne me, nessuno sembra badare a lui, i gabbiani continuano le loro attività a bassa quota, lui invece ormai alto, sparisce e non riesco più a vederlo, perdendolo nell’immensità del cielo grigio.
Rientrato a casa, controllo la documentazione fotografia, studiandola un pochino e giungendo alla seguente conclusione: durante l’uscita, ho visto due diversi gufi!
- Il primo, arrivato dal mare, posatosi su una palma e poi tra le canne ai bordi della palude, era un Gufo comune. A tale conclusione concorre il colore arancio dell’iride e le caratteristiche del piumaggio ed in particolare: l’assenza di un netto bordino bianco sul sopra ala, lungo il margine d’uscita della stessa, il ventre striato, la coda finemente barrata. La presenza di ciuffi auricolari sulla testa che si apprezzano in alcuni scatti durante l’interazione ravvicinata con una Cornacchia grigia. È probabile che questo esemplare sia rimasto a riposare tra la vegetazione ai bordi della palude, dove l'ho visto l'ultima volta
- Il secondo, che probabilmente si è alzato dalla palude dopo aver riposato, che ha preso quota dirigendosi verso il mare, era un Gufo di palude. A tale conclusione concorre il colore delle parti inferiori, con punta della mano nera, ventre non striato e striatura che coinvolge inferiormente solo la testa e la parte alta del petto. Che si tratti di un esemplare differente dal primo concorre a dimostrarlo, oltre alle differenze già indicate, anche le dimensioni più sottili delle virgole nere nel sotto ala del secondo esemplare e la presenza di un’imperfezione sulle primarie dell’ala destra del secondo esemplare che non si nota nel primo gufo.
Viva i gufi e viva la migrazione: non capita tutti i giorni di vedere, in piena luce e nello stesso contesto ambientale e comportamentale, entrambe le nostrane specie di Asio!
Dimenticavo: a volermi più bene in palude, quella mattina, è stato un Pettirosso (Erithacus rubecula)!
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Un confidente Pettirosso (Erithacus rubecula) - Provincia di Roma, marzo 2023 |
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