Verso il Sebastiani

"Andiamo al Sebastiani il prossimo week end... perché non vieni anche tu?"

Più o meno è iniziata così, con l'invito ad aggregarmi ad un'escursione verso il Rifugio Vincenzo Sebastiani, una struttura della sezione romana del Club Alpino Italiano che sorge a quota 2.102 m, sul Colletto di Pezza, nel gruppo montuoso del Velino, nell'appennino abruzzese.

Il Rifugio Vincenzo Sebastiani al Colletto di Pezza (2.102 m); alle sue spalle, da sinistra verso destra, lungo la linea di cresta,  i Passi del Puzzillo, della Torricella e, più incassato, del Morretano; il monte in fondo a destra è il Puzzillo (2.174 m) - Rocca di Mezzo (AQ), 30 luglio 2017


Ero salito altre volte al Sebastiani, per le classiche vie di accesso, partendo cioè dal fondo del Piano di Pezza, il cosiddetto Capo Pezza, e dall'ex miniera di Bauxite ai margini del Piano di Campo Felice. Questa volta, la proposta era di raggiungere il rifugio partendo da Prato Capito, attraverso la Valle di Morretano, l'omonimo passo, per poi proseguire, per tracce di sentiero a mezza costa, sulla testata della Valle del Puzzillo, fino ad intercettare, ma solo nell'ultimo tratto, la larga via proveniente dall'ex miniera di Bauxite. Questo, a larghe linee, era il programma a cui successivamente ci siamo attenuti quando, in dieci, ci siamo ritrovati in una fresca mattinata di ottobre che sarebbe sfociata in una splendida ed assolata giornata, caratterizzata da luci e caldi colori autunnali, trascorsa tra faggete, praterie di alta quota, pietraie e pareti rocciose, nel severo scenario carsico, modellato da remoti eventi glaciali, del settore centro settentrionale del gruppo del Velino.

Un isolato Faggio (Fagus sylvatica) posto all'inizio del percorso - Lucoli, 13 ottobre 2019


La faggeta in veste autunnale ha fatto da scenario alla prima parte del percorso. Questo settore è aperto alla caccia: i confini dell'abruzzese Parco Regionale Sirente Velino si fermano purtroppo molto più a Sud. La maggior parte dei fruitori della zona, hanno lasciato l'auto al comodo parcheggio, posto a circa 1.620 m di quota, che si trova lungo la statale che collega l'uscita autostradale di Torrimparte con la stazione sciistica di Campo Felice. E' stato curioso notare che le uniche tre auto viste parcheggiate in modo stonato all'interno della faggeta fossero riconducibili a cacciatori con cani a seguito. Delle loro manifestazioni di sfrenato amore verso la Natura, abbiamo sentito fortunatamente un solo bacio, fuoriuscito, con il botto, dalla bocca passionale di un fucile, segno forse che quel giorno, per costoro, ci fossero in giro pochi soggetti da amare. In effetti, la faggeta era abbastanza silenziosa se non fosse per qualche flebile richiamo di Cincia bigia (Poecile palustris), di Rampichino comune (Certhia brachydactyla), di Rampichino alpestre (Certhia familiaris), qualche Fringuello (Fringilla coelebs) e forse una Tordela (Turdus viscivorus).

I colori autunnali della faggeta - Lucoli (AQ), 13 ottobre 2019


Il verde scuro dei muschi, il grigio dei licheni e dei sassi fanno da base cromatica al giallo delle foglie dei faggi non ancora pronte per raggiungere il suolo - Lucoli (AQ), 13 ottobre 2019


Imboccata la Valle di Morretano, man mano che si sale di quota, lo sguardo si apre verso i monti. Partendo dal fondovalle, la faggeta lascia il posto alla prateria erbosa, allungando comunque fasce alberate, protese in avanti, ai lati della valle stessa, come due braccia aperte. Queste si insinuano tra i pendii delle creste sovrastanti, a tratti caratterizzati da rocciosi affioramenti. Proprio ai margini di una di queste fasce, due, armati di fucile ed accompagnati da un cane, rastrellano la zona in cerca di vittime. Ripensando alla scena, colta in quel magnifico scenario, viene da chiedersi qual è l'origine di questa insensata bramosia che spinge alcuni a cercare di portare un'innaturale morte così vicino a Dio... noi, più in basso, proseguiamo, procedendo al centro della valle.

Un gruppo di faggi si allunga sotto i bianchi blocchi calcari del Monte Cornacchia (2.010 m), lungo la Valle di Morretano - Lucoli (AQ), 13 ottobre 2019


Tra l'erba dorata, vicino a dei faggi, appare la carcassa svuotata di una vacca, una di quelle che da queste parti vivono allo stato brado. Il suo stato impedisce di farsi un'idea chiara della causa della sua morte: la sua posizione ed i segni rinvenuti intorno ad essa lasciano ipotizzare che sia la Volpe (Vulpes vulpes) che probabilmente anche il Lupo (Canis lupus), si siano avvicinati, forse per trarne nutrimento; non è stato possibile invece dedurre se anche i Grifoni (Gyps fulvus), che abitano questi monti, abbiano approfittato della sua provvidenziale presenza per operare come naturali e specializzati spazzini: forse si, visto lo stato pressoché intatto della struttura scheletrica dell'animale. 

I resti della carcassa di vacca rinvenuta, spolpata, nella Valle di Morretano - Lucoli (AQ), 13 ottobre 2019


Con il Sole sempre più alto e caldo, anche qualche insetto ha fatto la sua apparizione: degli ortotteri si muovono tra la bassa vegetazione; poco più lontano, anche un coleottero predatore. Tra gli uccelli, sulle alte praterie attorno al Passo del Morretano, volano degli Spioncelli (Anthus spinoletta) che ancora non hanno abbandonato questi luoghi in vista dell'inverno. Sopra di loro, alcuni Gracchi corallini (Pyrrhocorax pyrrhocorax) volano tra i due versanti della valle.

Uno degli esemplare di Italopodisma sp incontrati lungo il percorso - Lucoli (AQ), 13 ottobre 2019


Un Carabus rossii, un coleottero Carabide carnivoro, abile nella cattura di prede vive - Lucoli (AQ), 13 ottobre 2019


Una femmina di Ephippiger ruffoi, un ortottero endemico dell'Appennino Centrale - Lucoli (AQ), 13 ottobre 2019


Dal passo, siamo a 1.983 m di quota, lo sguardo spazia naturalmente sulla Valle di Morretano, sul cui sfondo si riconoscono i lineamenti del lontano Terminillo; guardando verso l'altro lato della sella, si apre di fronte la Valle del Puzzillo, confinata a Sud-Est dalla catena della Cimata di Pezza (che tocca i 2.132 m d'altezza) mentre si ergono a sinistra i declivi rocciosi del Puzzillo (2.174 m), ed a destra le rotondità erbose della Cima di Morretano che raggiunge i 2.098 m di quota.

Verso la sella erbosa del Passo del Morretano - Lucoli (AQ), 13 ottobre 2019


La Valle di Morretano vista dall'omonimo passo, sullo sfondo il lontano Terminillo - Lucoli (AQ), 13 ottobre 2019


La Valle del Puzzillo, limitata dai pendii della Cimata di Pezza, vista dal Passo del Morretano - Lucoli (AQ), 13 ottobre 2019


Proseguendo verso Sud, per tracce di sentiero, cercando di non perdere quota, appare sempre più visibile il rifugio verso cui ci stiamo dirigendo. A tratti, tra piatti cuscini di ginepro, si attraversano detriti e piccole pietraie segni di antiche erosioni o crolli delle strutture orografiche che si trovano sulla nostra destra. Siamo sulla parte più alta della Valle del Puzzillo; ad Est, dietro le più vicine linee di cresta, svetta il lontano Gran Sasso. Più vicino, colpisce la parete de Il Costone che, ripida, forma un bel anfiteatro roccioso sede di un'antica conca glaciale.

L'alta Valle del Puzzillo - L'Aquila, 13 ottobre 2019


Dietro i vicini contrafforti, appaiono le lontane cime del Gran Sasso: da sinistra verso destra, Monte Corvo, Pizzo d'Intermesoli, la schiena del Corno Piccolo ed il Corno Grande - L'Aquila, 13 ottobre 2019 


Detriti e piatti cuscini di Ginepro (Juniperus communis), guardando verso l'anfiteatro roccioso de Il Costone - L'Aquila, 13 ottobre 2019


Un'ultima salita, su un largo tracciato, ci porta al colle su cui è adagiato il rifugio, giusto in tempo per il pranzo ed una più lunga e meritata sosta. Da li, chi aveva fiato ha proseguito, con un ultimo strappo, sino alla croce di cima della Vena Stellante (2.271 m) che, balcone panoramico della zona, sovrasta la struttura del rifugio. Gli altri si sono rifocillati più o meno abbondantemente con ciò che la cucina offriva.

Il Costone, dettaglio della sua frastagliata parete - L'Aquila, 13 ottobre 2019


Durante la sosta, un nutrito gruppo di Grifoni è giunto da Levante seguendo grossomodo la cresta della Cimata di Pezza. Per compiere l'ultimo balzo utile a superare la Vena Stellante, si sono attardati in termica intorno alla Cimata di Puzzillo (2.140 m): alla fine, ne ho contati 33 esemplari. Questi grandi avvoltoi sono stati reintrodotti in questa zona a partire dalla prima metà degli anni '90 del secolo scorso e, nonostante alcuni episodi di avvelenamento che si sono susseguiti nel tempo, con conseguenze non trascurabili sulla popolazione formatesi, non è difficile vederli in volo mentre battono tutta l'area in cerca di carcasse, sfruttando magistralmente le brezze e le correnti ascensionali. Si spostano solitamente in gruppi blandi per ispezionare meglio il terreno circostante, tenendo d'occhio i compagni, anche quelli più lontani, in modo da 'leggere' nel loro comportamento quando uno di essi ha individuato una fonte alimentare: con il suo modo di volare, di scendere verso il suolo, avverte i compagni che la tavola è imbandita e che bisogna affrettarsi a raggiungerla per approfittare del banchetto e non restare a becco asciutto. In volo, è passato, veloce e solitario, anche un  Gheppio (Falco tinnunculus).

Tre Grifoni (Gyps fulvus) prendono quota in una termica - Rocca di Mezzo (AQ), 13 ottobre 2019


Un Grifone (Gyps fulvus) in scivolata - Rocca di Mezzo (AQ), 13 ottobre 2019


Per il ritorno, è stata seguita la stessa via dell'andata mentre il Sole si abbassava ad occidente, verso i rilievi. Interessante l'incontro con un gruppo di 43 Gracchi corallini in volo, non lontano dal luogo in cui la specie era sta contattata al mattino. Alcune fatte di Volpe, non notate prima, ora danno prova della presenza di questo opportunistico carnivoro anche da queste parti: i resti evidenti di elitre e chitinosi esoscheletri in esse contenuti permettono di dedurre che l'esemplare si sia abbondantemente nutrito di insetti. Rispetto all'andata, i bovini allo stato brado hanno raggiunto pascoli a quote più elevate; tra di essi spiccano alcuni vitelli di varia età, alcuni molto piccoli ancora allattati dalle madri. Nonostante la zona sia frequentata da Lupi, evidentemente questa razza di mucche sa come affrontare questi carnivori ai vertici della catena alimentare, intraprendendo strategie comportamentali generalmente vincenti anche per difendere gli esemplari più giovani.

Delle vacche allo stato brado pascolano nella Valle di Morretano con lo sfondo delle coste del Monte La Torricella (2.071 m) - Lucoli (AQ), 13 ottobre 2019


La faggeta in abito autunnale fa da colorato scenario ad un gruppo di vacche al pascolo - Lucoli (AQ), 13 ottobre 2019


L'escursione volge inesorabilmente al termine: rimane giusto il tempo di contattare uno Scricciolo (Troglodytes troglodytes), una Cinciallegra (Parus major), dei Merli (Turdus merula) e un Picchio muratore (Sitta europaea). Alla fine, tra andata e ritorno, siamo stati in cammino per quasi sei ore e mezza, comprese le pause e non conteggiando, in tale tempo, la sosta più lunga effettuata intorno al rifugio. Un po' di stanchezza muscolare si fa sentire, ma la sgambata è stata sicuramente appagante e gratificante sia dal punto di vista sportivo che, soprattutto, da quello paesaggistico, naturalistico e, perché no, spirituale.
Ottima la compagnia, un grazie particolare ad Alessandro per l'organizzazione e l'estensione dell'invito a partecipare. 

Per tracce di sentiero sulla testata della Valle del Puzzillo, sullo sfondo l'anfiteatro glaciale de Il Costone in tutta la sua imponenza; la cima al centro della foto è la Vena Stellante (2.271 m) - L'Aquila, 13 ottobre 2019




Note:
  • La corretta identificazione degli insetti Italopodisma sp, Carabus rossii e Ephippiger ruffoi presentati nelle foto di questo post è stata possibile grazie al fondamentale contributo degli utenti iscritti al Forum Natura Mediterraneo
  • La toponomastica citata nel post è stata per lo più tratta dalla carta I Sentieri Montani della Provincia dell'Aquila, 1 Gruppo Velino-Sirente, scala 1:25.000 edita da S.E.L.C.A. e curata, nelle note illustrative, dal CAI Sezioni Avezzano-L'Aquila

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