Quanto sono buoni i semi di thuja

Quella sera, il vento soffiava proprio forte. Le tende da sole, da qualcuno lasciate aperte ed ancorate alle ringhiere dei balconi, si dimenavano nel tentativo di liberarsi dal giogo, producendo un certo tremolante frastuono che superava la barriera acustica elevata dai moderni infissi. Si trovò improvvisamente a riflettere sul fatto che qui, il vento, per quanto impetuoso possa essere, sembra mancare di carattere. Come è diverso da quello che sentiva un tempo. Lì, echeggiava negli stretti passaggi tra le case, sibilando e fischiando proprio come fosse nu cristianu che passava lungo la via, tanto da richiamare le persone alle finestre per vedere chi si aggirasse là fuori con quel tempo. Quel duva vai? ca volano i ciaramidi! gli tornò limpido alla mente, come se lo udisse il quel momento. Sotto la furia del vento, le tegole ed i coppi volavano per davvero, strappati dai tetti come fossero leggere piume, per poi sfracellarsi a terra, fragorosamente. La strada tra le case restava disseminata di rossastri frammenti che potevano essere spazzati via, in sicurezza, sono quando l'Eolo di altri tempi aveva placato il suo divino soffio.

Il Lucherino (Carduelis spinus) è un visitatore invernale dell'aria tirrenica calabrese - Francavilla Angitola (VV), novembre 2019

Ricordò la cima appuntita di quel verde albero, osservata dalla finestra: si dimenava nell’aria in tutte le direzioni agitata violentemente dal Levante che, quel giorno di primavera, scendeva impetuoso dall’interno. Era un vento che annualmente spirava, proprio in quel periodo, e, nel suo passaggio, scuotulava pesche, prugne e ciliegie da poco rigonfie sui rami, infrangendo la promessa di un'attesa quanto gustosa maturazione. Vide il Cardellino (Carduelis carduelis) che cercava di entrare in quella chioma ballerina e l’albero che, nella sua involontaria pazzia, lo frustò violentemente: ummazzau!

Il Cardellino (Carduelis carduelis), oltre che nidificare sui rami delle thuje, si nutre anche dei suoi semi - Francavilla Angitola (VV), novembre 2019

Corse fuori, certo di scorgere a terra l’uccello morente, ma non lo vide; rientrò sferzato dal vento, le lacrime quasi agli occhi, sicuro che tutto, ormai, era disperatamente perso.

Un Lucherino (Carduelis spinus) cerca semi tra i rami di una Thuja (Platycladus) orientalis - Francavilla Angitola (VV), novembre 2019

Le thuje, in quel giardino, erano state piantate come i vertici di un immaginario triangolo isoscele, una più vicino alla casa, una più vicino alla pubblica via e l’altra in mezzo, discostata ed equidistante dalle due: si può dire che le aveva viste crescere e, in un caso, anche morire! Una di esse, infatti, non c’è più: è stata abbattuta da una folata di vento... sì, proprio il vento aveva dato il colpo di grazia alla sua esistenza dopo cinquant’anni di onorato servizio, giornalmente impiegata nella catena di produzione dell’ossigeno, in questo pianeta sempre più soffocato dall'anidride carbonica liberata dalle umane attività. Per tale motivo, pensò che gli uomini moderni, se avessero realmente coscienza, dovrebbero riservare grandi onori ad ogni singolo albero morto.

Una femmina di Passera d’Italia (Passer italiae): la specie frequenta regolarmente la Thuja (Platycladus) orientalis in cerca dei suoi semi - Francavilla Angitola (VV), novembre 2019


Qualche tempo prima, sul cavo elettrico aereo che sovrastava la thuja più vicina alla strada, lui, piccoletto, aveva visto pavoneggiarsi, cantando, un maschio di Cardellino: aspettava la sua compagna che, presso la cima appuntita dell’albero, era impegnata a costruire un nido nascosto tra le verdi foglie verticali della pianta. Era il primo nido e Cardidu che scopriva, aveva visto per un attimo la femmina perdersi in mezzo a quei rami con quelle che sembravano sottili radici nel becco: l’emozione era stata grande, come può essere solo quella che può provare un bambino, nel momento in cui realizza che un desiderio si è finalmente avverato!

Il Verdone (Carduelis chloris) è una delle specie che utilizza regolarmente le thuje per nidificare; il suo grosso becco gli consente inoltre di aprire facilmente i duri semi della pianta - Francavilla Angitola (VV), novembre 2019

All’epoca, le piante non erano tanto alte, ma non era alto nemmeno lui, quindi non poteva vedere in autonomia il prezioso contenuto custodito in quella coppetta imbottita di candida bambagia vegetale che era stata costruita con tanta cura e perizia. Solo due uova: la femmina, forse, era alla sua prima stagione di cova!

Un giovane Cardellino (Carduelis carduelis) con la maschera facciale che va tingendosi di rosso - Francavilla Angitola (VV), novembre 2019

Passata la tempesta di vento, si rallegrò costatando che i Cardellini da fholè erano invece entrambi vivi e che ciò che aveva visto, o che gli era parso di vedere, era senza fondamento. Ricordò il modo in cui imparò, a sue spese, che i nuovi nati, crescendo, depongono le loro feci sul bordo del nido pronte e lordare di immondo scarto alimentare, chi si avvicina sprovveduto, persino una manina curiosa di toccare il contenuto di quella stagionale dimora. Rammentò come il nido, dopo svariati giorni, rimase vuoto, forse i due giovani l’avevano lasciato seguendo i genitori, ma ciò non lo avrebbe mai saputo con certezza!

L'acrobatico Lucherino (Carduelis spinus) non ha difficoltà a raggiungere i semi di Thuja (Platycladus) orientalis - Francavilla Angitola (VV), novembre 2019

Passarono altri anni, gli alberi crebbero e le loro cime incominciarono ad essere sfruttate come siti di nidificazione anche dai Verdoni (Carduelis chlorische, per stabilirsi, debbono chiaramente gradire una maggiore altezza dal suolo. Più in basso, questa volta a livello degli occhi, poteva nidificare anche l’Occhiocotto (Sylvia melanocephala). I gatti si aggiravano alla base degli alberi innervosendo i novelli genitori che spesso allarmavano un bel po’ prima di trovare l’occasione propizia per raggiunge le bocche affamate che li attendevano. Alcuni gatti, non tutti per fortuna, sapevano intuire, forse dal vociare dei giovani o dall’andirivieni dei genitori, dove erano posti i nidi e si arrampicavano decisi, anche fino in cima all’albero, per razziarne alcuni.

Un giovane Occhiocotto (Sylvia melanocephala) tra i rami di una Thuja (Platycladus) orientalis - Francavilla Angitola (VV), agosto 2019

Poi, quando i rami si fecero più grossi, venne il tempo delle Ghiandaie (Garrulus glandarius) di occupare questi alberi e successivamente anche delle Gazze (Pica pica) che, costruendo dimore più voluminose, necessitano di rami ancora più robusti per ancorare le loro pesanti strutture. I più piccoli quasi sloggiarono perché i corvidi, forse meglio dei gatti, capiscono più in fretta dove possono essere custoditi uova e nidiacei.

I Verdoni (Carduelis chloris) sono tra i più numerosi ed assidui frequentatori di thuje - Francavilla Angitola (VV), novembre 2019

Si aggiunsero poi la Tortora dal collare (Streptopelia decaocto) ed i Colombacci (Columba palumbus) che, a quei tempi, non c’erano proprio nei dintorni ed oggi, invece, sono sempre più facili da vedere anche come nidificanti.

Due maschi di Verdone (Carduelis chloris) banchettano coi semi di Thuja (Platycladus) orientalis caduti a terra - Francavilla Angitola (VV), novembre 2019


Ma questi alberi comunque non hanno offerto solo siti di nidificazione. D’inverno, potevano fornire rifugio notturno, nelle loro compatte fronde, a schiere di chiassose Passere d’Italia (Passer italiae) che confidano nel numero, per la sicurezza del loro riposo. I loro rami, inoltre, custodiscono invertebrati che a loro volta sono ricercati degli insettivori prima fra tutti, per citarne qualcuno, Cinciarelle (Cyanistes caeruleus) e Cinciallegre (Parus major) e, d’inverno, anche Fiorrancini (Regulus ignicapilla), Luì piccoli (Phylloscopus collybita) e Pettirossi (Erithacus rubecula).

Un maschio di Passera d’Italia (Passer italiae) assume un'insolita posizione per prelevare alcuni semi di Thuja (Platycladus) orientalis - Francavilla Angitola (VV), novembre 2019


Ma la vera manna, le thuje, la dispensano sotto forma di semi che incominciano a maturare in autunno. Questi richiamano gruppi di granivori tra cui, i più numerosi sono i Verdoni a cui si aggiungono Cardellini, Verzellini (Serinus serinus), Passeri d’Italia, Fringuelli (Fringilla coelebs) e qualche svernante Lucherino (Carduelis spinus). A vedere tutti questi uccelli appesi ai rami, come vitali addobbi natalizi, oppure intenti a zampettare sul terreno sotto o intorno a queste piante, non si può fare a meno di immaginare quanto debbono essere buoni quei loro profumati semi. 

Un Lucherino (Carduelis spinus) manipola un seme con il suo becco - Francavilla Angitola (VV), novembre 2019




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