Il festival dei Regina
No, nel titolo non ho sbagliato a scrivere la preposizione articolata, se è questo che stai pensando! Per Regina intendo il Falco della Regina (Falco eleonorae). Si tratta di un Falconidae, cioè di un uccello rapace, un po' particolare poichè ha acquisito, durante la sua evoluzione, adattamenti e comportamenti che, in certo senso, lo rendono unico.
Incominciamo dal suo nome che è stato coniato in onore proprio di una regina, ovvero della Regina Eleonora di Arborea che, vissuta nella seconda metà del 1300, è divenuta Giudicessa della Sardegna. E' ricordata sia come regina guerriera, per l'opposizione che pose alla potente casata degli Aragona che voleva impossessarsi dell'intera isola, sia come saggia legislatrice per l'emanazione della Carta de logu (la carta del popolo), una serie di norme che introduce concetti giuridicamente arditi per l'epoca (siamo in pieno Medioevo!) tra cui che tutti gli uomini sono uguali davanti alla legge. E' stata proprio lei la prima a proteggere dal bracconaggio questi falchi con un'apposita norma. Ancora oggi, la specie è tra quelle che godono del maggior grado di protezione in Europa proprio per la vulnerabilità della stessa popolazione dovuta alla specificità del suo comportamento ed agli habitat riproduttivi che occupa. Le principali minacce che la riguardano sono le uccisioni illegali, la distruzione dell'habitat per antropizzazione delle coste, il disturbo antropico ai siti di nidificazione, l'uso di pesticidi, anche nelle aree di svernamento.
Il Falco della Regina nidifica esclusivamente nel bacino del Mediterraneo e nel settore Nord Occidentale dell'Africa occupando, come siti di riproduzione coloniali, soltanto poche alte falesie a picco sul mare, spesso poste su piccole isole in mezzo al mare stesso. Sverna invece principalmente nel Madagascar e, in misure minore, nell'Africa Sud Orientale compiendo migrazioni spettacolari di migliaia di chilometri durante le quali attraversa distese inospitali come l'intero Sahara.
La scelta di nidificare in mezzo al mare non è casuale ma è legata anche al fatto che, per crescere la propria prole, i falchi sfruttano abbondantemente il passo migratorio dei piccoli passeriformi che si recano in Africa. Questo passo interessa milioni di piccoli uccelli, molti dei quali inesperti nella migrazione e nel volo poiché nati da poco in Europa. Gruppi di questi falchi intercettano sul mare questi passeriformi e si lanciano al loro inseguimento favoriti, nella cattura, dal fatto che gli uccelletti cercano d'arrivare sulla terra ferma spesso dopo un volo di molte ore in mare aperto che li ha sfiancati.
Con queste prede sfameranno i loro figli che però non possono nascere a primavera come tutti gli altri uccelli, ma devono nascere più tardi, quando tutti gli altri sanno già volare, ovvero all'inizio dell'autunno in modo da sfruttare questa temporanea abbondanza che piove dal cielo come le perturbazioni di fine estate. Questo è un altro particolare adattamento di questa incredibile specie associato anche al fatto che i nuovi nati debbono avere uno sviluppo di crescita molto più breve rispetto alle altre specie di falco poiché debbono abbandonare le area di nidificazione prima che le condizioni climatiche diventino avverse.
Nei restanti periodi dell'anno e quando non nidificano, questi falchi si nutrono principalmente di grossi insetti volanti, come libellule e grandi coleotteri, che catturano in aria con le zampe e poi consumano direttamente in volo. Non tutti gli esemplari, nella bella stazione, raggiungono le colonie di nidificazione: gli individui maturano sessualmente e si possono riprodurre solo dopo due anni dalla nascita, quindi gli esemplari immaturi che tornano nell'Emisfero Boreale (ovvero gli esemplari al primo anno di vita dopo quello di nascita, indicati come 2cy), si disperdono nelle aree interne mediterranee per trascorrervi l'estate (estivazione) nutrendosi appunto di insetti. Di questa spettacolare presenza non è immune il territorio di Francavilla Angitola (VV).
Intorno a Francavilla, durante le estati passate, uno o due osservazioni di Falco della Regina sono state trascritte nel mio taccuino, quasi ogni anno. Quest'estate però la situazione nel territorio comunale si è mostrata molto più interessante e probabilmente più verosimile sulla reale presenza numerica di questa specie di falco. Se negli anni passati gli incontri erano occasionali poiché le mie osservazioni si svolgevano per lo più lungo le potenziali rotte migratorie seguite ad agosto dai Nibbi bruni (Milvus migrans), quest'anno i miei orizzonti si sono aperti di più dimostrando che, anche dopo cinquantanni, la terra in cui sei nato, ti puoi ancora sorprendentemente stupire!
Quest'anno sono venuti a trovarci a Francavilla Angitola vari amici con le rispettive famiglie; tra questi, Roberto Lippolis. E' proprio a lui che si deve l'apertura d'orizzonti di cui si diceva sopra. Ha soggiornato in un agriturismo posto nell'area comunale. E' stato proprio lui che, un pomeriggio, mi scrive di aver appena visto, insieme ad altre specie, un Lodolaio (Falco subbuteo) nei pressi dell'agriturismo. Un po' stupito, gli chiedo se è sicuro dell'identificazione perché ad agosto, da queste parti, mi risulta più facile vedere un Falco della Regina che non un Lodolaio: gli immaturi di Falco delle Regina spesso possono essere facilmente confusi con gli immaturi di Lodolaio!
Il giorno successivo, di buon ora, andiamo al Lago dell'Angitola (VV) a fare un po' di osservazioni. Quando nella conca del bacino il caldo diventa insopportabile, rientriamo sulle più ventilate colline francavillesi; anche per vedere se si riusciva a ricontattare il Lodolaio del giorno prima, passo all'agriturismo dove non hanno certo dimenticato l'ospitalità e sono accolto con le attenzioni di altri tempi. Ci fermiamo su un tavolo all'esterno della struttura, non lontano dall'invitante piscina, per consumare la colazione. Rosy, la moglie di Roberto, ci informa che lì si sono visti vari rapaci, in movimento verso Est, Sud-Est: visto il periodo, ho ipotizzato che potessero essere dei Nibbi bruni in migrazione, ma da li a poco, in un'apoteosi di ali, ho dovuto cambiare velocemente opinione.
Si, un'apoteosi di ali, un trionfo di planate, virate, impennate aeree e giri della morte si sono palesati in pochissimi minuti, quasi dal nulla, in un cielo azzurro quasi commovente. Dapprima solo Poiane (Buteo buteo) poi un grido: Regina... impegnato in un volo basso come da queste parti non l'avevo mai visto! Una corsa per recuperare la macchina fotografica ed in cielo si faceva fatica a star appresso alle traiettorie aeree disegnate dai vari esemplari di falco che sono apparsi sulle nostre teste, accolti da emozionati e coloriti commenti di stupore, sotto lo sguardo un po' divertito di chi ci ospitava. Alla fine, quattro Poiane, un Lodolaio (che quindi c'era!) e, foto alla mano (vedere le Figure 2, 3, 4, 5 e 6), almeno cinque differenti esemplari di Falco della Regina: un botto!
Non che un simile assembramento sia poi così inusuale, però il fatto che l'abbia osservato nel mio paese, sotto il mio naso, un po' di orgoglio ed emozione certo lo dà. Roberto è dovuto partire nello stesso pomeriggio, ma io, il mattino successivo, ero di nuovo in zona. Successivamente, concentrando l'attenzione in un'altra zona della stessa area, sono tornato altre due volte vedendo assieme sino a tre differenti Falchi della Regina segno che la permanenza delle specie è stata continuativa nel tempo. Guardando le foto scattate in queste ultime uscite, posso dire di aver fotografato altri due esemplari differenti rispetto ai cinque intercettati la prima volta (vedere le Figure 11 e 12).
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Figura 11 - Falco della Regina (Falco eleonorae), un esemplare 2cy probabilmente dal morfismo chiaro - Francavilla Angitola (VV), agosto 2020 |
Anche a ridosso del centro abitato, quest'anno, l'osservazione di questa specie di falco è stata più frequente, però l'elevata altezza di volo degli individui contattati e la conseguente scarsa qualità dell'immagini ottenute non mi consente di dire con certezza se si tratti di nuovi o di esemplari già fotografati (vedere le Figura 13). Ho però qualche sospetto che girassero intorno al paese più di sette differenti individui.
Questa presenza così numerosa di Falchi delle Regina nel territorio comunale a fianco ad altre specie interessanti, lascia ipotizzare che la qualità ambientale della zona sia, tutto sommato, ancora buona, probabilmente favorita anche dall'estrema varietà di habitat che coesistono. Evidentemente, in agricoltura, localmente non si fa ancora quell'uso massiccio di pesticidi che ha compromesso ampie aree del nostro Paese rendendole una sorta di deserto biologico a monocultura. Questa è una ricchezza che non tutti possono dire di possedere. Le nuove opportunità, con ogni probabilità, si giocheranno anche con queste carte che, gestite con oculatezza, possono fare, se ci si crede, davvero la differenza, accanto ad un mare dove purtroppo c'è ancora molto da lavorare e ad un senso civico che ha ancora margini di miglioramento (come in tutta Italia, d'altronde).
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Figura 13 - Un Falco della Regina (Falco eleonorae), 2cy morfismo chiaro, disturba un giovane Astore (Accipiter gentilis) - Francavilla Angitola (VV), agosto 2020 |
Per finire, agli eventuali birdwatcher che, letto questo post, dovessero maturare l'interesse a fare una visita da questi parti per compiere osservazioni, magari durante un soggiorno estivo (vista la vicinanza della zona al mare e alla media montagna), posso consigliare una struttura la cui posizione potrebbe permettere interessanti incontri ornitologici, sin dalla colazione.
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