Vita e morte al Lago dell'Angitola

Il nuovo sentiero che, in discesa, stavo iniziando a percorrere era stato reso fangoso dalle piogge dei giorni precedenti e l'argilla aveva subito appesantito i miei scarponi. Tutto intorno era lampante che i Cinghiali (Sus scrofa) avessero lavorato alacremente con quella perizia che solo loro sanno mettere per disfare la terra, rivoltare zolle erbose, spostare rami e trochi marci già riversi al suolo: si erano impegnati per bene, i segni erano freschi e probabilmente erano stati prodotti da più di un esemplare! Più in alto, oltre la strada, sul pendio ammantato di ulivi, c'erano dei cani, si sentivano benissimo i loro latrati che a tratti volgevano verso veri e propri ululati: da là sotto non potevo sapere se fossero liberi o custoditi.

L'autunno mostra i suoi caldi colori anche nell'area del lago - Lago dell'Angitola (VV), novembre 2020

Decido di proseguire lo stesso... pochi passi e, come previsto, lo sguardo si apre sulla conca del lago.

Nel corso dell'anno il regime idrico del lago subisce notevoli escursioni altimetriche del livello dell'acqua - Lago dell'Angitola, ottobre 2020

Come solitamente succede in autunno, la paratia di sbarramento della diga è tenuta in modo tale che il livello dell'acqua del lago sia basso, ciò probabilmente per aver margine di contenimento in caso di abbondanti piogge invernali. Quest'anno, gli affluenti del lago si insinuano più del solito nella conca lacustre, evidentemente gli eventi disastrosi che si sono verificati nell'ottobre del 2018 sono ancora caldi, ed il lago è tenuto a livelli di guardia ancora più bassi del solito. Anche qui, i segni di quanto avvenuto sono ancora impressionanti: l'alveo emerso e fangoso del lago è punteggiato da scheletri di alberi sradicati dall'impetuosa forza dell'acqua che è rotolata giù lungo i fiumi ingrossati dal diluvio. Gli stessi letti dei fiumi affluenti appaiono ancora spogli perché la vegetazione non ha ancora curato le ferite procurate dalla forza dell'acqua che ha spazzato via, nel suo correre a valle, interi boschi idrofili.

Con un basso livello dell'acqua si apprezza, nell'area del bacino, la confluenza dei due maggiori affluenti del lago: il Fiume Reschia, proveniente dal versante Nord Occidentale delle Serre Calabresi, ed il Fiume Angitola che arriva dal settore centrale delle Serre stesse - Lago dell'Angitola, ottobre 2020

L'atmosfera sembra tranquilla, la prima impressione è che non ci siano ancora i grandi numeri di uccelli che solitamente svernano in zona mentre il grosso dei movimenti migratori è già passato, ma vale la pena di dare un'occhiata più approfondita. Si colgono i movimenti di alcuni gruppetti di anatre selvatiche, sono Alzavole (Anas crecca), Germani reali (Anas platyrhynchos) e qualche Fischione (Anas penelope). Un gruppo di Gabbiani reali (Larus michahellis), a tratti chiassoso, staziona su un banco di fango; alcuni gruppi di Cormorani (Phalacrocorax carbo) sono fermi ad asciugare il piumaggio, altri esemplari sono a pesca o impegnati in brevi voli di spostamento.

Un giovane Cormorano (Phalacrocorax carbo) in volo: la specie si osserva al lago quasi tutto l'anno anche con esemplari estivanti - Lago dell'Angitola (VV), novembre 2020

Aironi cenerini (Ardea cinerea), Garzette (Egretta garzetta) e qualche Airone bianco maggiore (Casmerodis albussono facilmente riconoscibili tra le sponde dei fiumi e le rive del lago. Si contendono le zone di pesca migliori seguendo un protocollo gerarchico che sembra già scritto: i cenerini appaiono dominanti sui bianchi maggiori che vengono allontanati senza complimenti quando superano certi invisibili confini che però gli uccelli sembrano vedere benissimo; a loro volta, i bianchi maggiori prevalgono sulle Garzette che si allontanano quando i parenti più grandi si avvicinano troppo. Nelle zone di pesca, cenerini e Garzette sembrano meno tolleranti con i conspecifici a giudicare dai litigi e dagli inseguimenti che si osservano tra individui dominanti e subordinati.

La posa antagonista e minacciosa di un Airone cenerino (Ardea cinerea) impegnato ad allontanare un Airone bianco maggiore (Casmerodis albus) dalla sua area di pesca - Lago dell'Angitola (VV), novembre 2020

Più tardi, un bel gruppo di Aironi guardabuoi (Bubulcus ibisverrà a riposare su una lingua di terra. La superfice del lago è solcata da svariati Svassi maggiori (Podiceps cristatus), da qualche piccolo Tuffetto (Tachybaptus ruficollis) e da qualche Folaga (Fulica atra).

Un Airone guardabuoi (Bubulcus ibis) concentrato nel seguire la propria traiettoria di volo - Lago dell'Angitola (VV), novembre 2020

Tra le presenze più inusuali, si notano due candide Spatole (Platalea leucorodia) che alternano fasi di riposo a quelle di alimentazione in cui mettono all'opera il curioso becco a forma di lungo cucchiaio per setacciare l'acqua in cerca di nutrimento.

Due candide Spatole (Platalea leucorodia), un Fenicottero (Phoenicopterus roseus) ed un Airone cenerino (Ardea cinerea), ad ognuno il suo becco: a forma di lungo cucchiaio quello delle Spatole che lo utilizzano per setacciare le acque basse, ricurvo quello del Fenicottero che lo utilizza per filtrare nutrimenti appena sotto la superficie dell'acqua, appuntito quello dell'airone che invece lo usa per catturare pesci con scatti fulminei del collo - Lago dell'Angitola (VV), novembre 2020

Per prima volta da queste parti, o meglio, personalmente è la prima volta che lo incontro al lago, un esemplare di Fenicottero (Phoenicopterus roseus) dalle ali tinte di rosa si fa notare mentre esegue eleganti passeggiate sulle rive oppure mentre vola verso quello che sembra il suo punto preferito di alimentazione: una larga pozza di acqua ferma e un po' fangosa sul versante opposto del bacino.

Il Fenicottero (Phoenicopterus roseus) osservato al lago impegnato nei suoi voli di spostamento tra l'area di riposo e quella di alimentazione - Lago dell'Angitola (VV), ottobre 2020

Fenicottero (Phoenicopterus roseus): grazie ad una virata, si può notare che anche le parti inferiori delle sue ali sono colorate di una sorprendente tonalità rosa; qui sovrasta due Garzette (Egretta garzetta) - Lago dell'Angitola (VV), ottobre 2020

Le Cornacchie grigie (Corvus cornixsono numerose e chiassose quasi più delle Taccole (Corvus monedula); da lontano, giunge il roco, quanto inconfondibile, gracchiare di almeno un Corvo imperiale (Corvus corax), mentre le guardinghe Ghiandaie (Garrulus glandarius) allarmano e le Gazze (Pica pica) sfiorano i rami più alti di alcuni alberi.

Un Airone bianco maggiore (Casmerodis albus) si accinge a spiccare il volo: al lago la specie è visibile con numeri più bassi rispetto agli Aironi cenerini e alle Garzette - Lago dell'Angitola (VV), novembre 2020

A cantare l'autunno ci pensano i numerosi Pettirossi (Erithacus rubeculaintenti come sono a segnalare e difendere quelli che saranno i loro territori di svernamento. Gli fanno degno eco solo gli Usignoli di fiume (Cettia cetti); il resto delle voci non compongono vere melodie: la primavera è piuttosto lontana! In base alle note prodotte, si riconoscono comunque Scriccioli (Troglodytes troglodytes), Capinere (Sylvia atricapilla), Occhiocotti (Sylvia melanocephala), Fiorrancini (Regulus ignicapilla), Passere scopaiole (Prunella modularis), Tordi bottacci (Turdus philomelos) e Merli (Turdus merula). La triade di veri Picchi, rosso maggiore (Dendrocopos major), rosso minore (Dendrocopos minor) e verde (Picus viridis), rispondono all'appello, l'intruso Picchio muratore (Sitta europaea) anche. Si vedono le Cinciallegre (Parus majornonché qualche Passera d'Italia (Passer italiaee Passera mattugia (Passer montanus).

Un Pettirosso (Erithacus rubecula) si concede un 'bagno di sole' rilassandosi su un lettino di felci - Lago dell'Angitola (VV), ottobre 2020

In cielo, scortata da tre Cornacchie grigie, compare una solitaria quanto poco usuale Cicogna nera (Ciconia nigra). Questa specie è classificata come In Pericolo (EN) nella Lista Rossa degli Uccelli Nidificanti in Italia, redatta dall'Unione Mondiale per la Conservazione della Natura, ed è riportata nell'Allegato I della Direttiva Uccelli (79/409/CEE) nell'elenco delle specie prioritarie, ovvero quelle per la quali, in Europa, sono previste misure speciali di conservazione.

Una giovane Cicogna nera (Ciconia nigra) scruta l'area dall'alto prima di scegliere in quale zona del lago posarsi - Lago dell'Angitola (VV), ottobre 2020


Si tratta di un giovane esemplare e, dal suo comportamento, si intuisce che è interessato a scendere a terra. Dopo alcuni giri, si posa su una riva già occupata da alcuni sonnecchianti Aironi cenerini. Si trattiene solo un po', tempo di riposare e riassettare il piumaggio, beve e poi riprende il volo: la sua migrazione che, con ogni probabilità, la porterà in Africa, non è ancora finita! Giovane com'è, è la prima volta che fa questo viaggio e, da sola, senza adulti, dovrà trovare la giusta rotta da seguire fidandosi del bagaglio congenito di informazioni scritte nel suo DNA. Quando ha già raggiunto una buona altezza di volo, viene disturbata addirittura da un Astore (Accipiter gentilisspecie che osservo, anche lei, per la prima volta nell'area del lago.

La giovane Cicogna nera (Ciconia nigra) si ferma nei pressi di un gruppo di Aironi cenerini (Ardea cinereache stanno riposando su una riva - Lago dell'Angitola (VV), ottobre 2020

Quanto osservato ed appena descritto conferma, qualora ce ne fosse ancora bisogno, l'importanza del lago come sito di sosta durante le migrazioni anche per specie classificate come prioritarie: non è la prima volta infatti che incontro la Cicogna nera in questo sito, anche se tutte le altre mie osservazioni sono primaverili.

Un Airone bianco maggiore (Casmerodis albus) concentra tutta la sua attenzione su un pesce appena pescato - Lago dell'Angitola (VV), novembre 2020


Un nutrito gruppo di una cinquantina di Rondoni maggiori (Apus melba), delle Rondini (Hirundo rustica) e due Balestrucci (Delichon urbicum) transitano alti sull'area del bacino, sono probabilmente la coda della migrazione di queste specie la cui stragrande maggioranza di esemplari, da un bel po' di tempo, movimenta già i cieli africani. Non mancano Cardellini (Carduelis carduelis), Verdoni (Carduelis chloris), Fringuelli (Fringilla coelebs), Zigoli neri (Emberiza cirlus) e qualche Verzellino (Serinus serinus), Lucherino (Carduelis spinuse Fanello (Carduelis cannabina).

Una Ballerina bianca (Motacilla alba) pattuglia la riva in cerca di nutrimento - Lago dell'Angitola (VV), novembre 2020

Tra i rapaci, oltre al grande Astore, si vedono un Falco di palude (Circus aeruginosusche sparisce quasi subito, uno Sparviere (Accipiter nisus), almeno un Gheppio (Falco tinnunculus) e delle Poiane (Buteo buteo). Ma anche quando sembra tutto tranquillo bisogna stare attenti a cosa succede intorno. Il grido di alcune Cornacchie grigie e due coppie di ali antagoniste che si muovono a terra indicano che la morte è in agguato. Questa volta un giovane Falco pellegrino (Falco peregrinussta inchiodando a terra un grosso Germano reale. La scena si svolge un po' lontano dalla mia posizione: per qualche secondo devo aver mancato la vera è propria cattura, ma l'evento è ancora tutto in pieno svolgimento e posso seguirlo in diretta.

Un giovane Falco pellegrino (Falco peregrinus) cattura un Germano reale (Anas platyrhynchos) sotto gli occhi di un Airone cenerino (Ardea cinerea) - Lago dell'Angitola (VV), novembre 2020


La testa del Germano reale (Anas platyrhynchos) è schiacciata a terra dal Falco pellegrino (Falco peregrinus): nella contesa, ognuno cerca di aiutarsi con le ali; i ciuffi auricolari rizzati dell'Airone cenerino (Ardea cinerea) tradiscono il suo nervosismo - Lago dell'Angitola (VV), novembre 2020

Il falco, per dimensioni, dev'essere una femmina: la stazza e la colorazione del suo piumaggio indirizzano verso un esemplare calidus-type, ovvero non un falco nostrano ma uno che viene da molto lontano, dalle estreme regioni settentrionali d'Europa o addirittura da quelle artiche, dalla Scandinavia alla Russia. L'anatra invece è un maschio, probabilmente un esemplare adulto vista la testa già colorata di verde ed il becco giallo-arancio.

L'Airone cenerino (Ardea cinerea) abbandona la scena; il Germano reale (Anas platyrhynchos) è costretto in una posizione innaturale; il Falco pellegrino (Falco peregrinus) mantiene il controllo della situazione - Lago dell'Angitola (VV), novembre 2020

Le ali dell'uno e dell'altro sono ancora aperte, il falco le allarga per equilibrarsi e nascondere la sua preda, l'anatra le sbatte nel tentativo di liberarsi del giogo che la trattiene e gli sta rubando la vita. Sui due già ruota una nuvola di cornacchie che fanno un baccano assordante che satura l'intero bacino. Un Airone cenerino, che stava riposando lì vicino, si trattiene a qualche metro di distanza, allungando il collo per vedere cosa sta succedendo; altri due suoi compagni, che erano assieme a lui posati sulla riva, hanno già compreso che aria tira ed hanno preso il volo per allontanarsi.

Una prima Cornacchia grigia (Corvus cornix) cerca di disturbare ed infastidire il Falco pellegrino (Falco peregrinus) che risponde mostrando la sua mole senza mollare la preda - Lago dell'Angitola (VV), novembre 2020

Alcune cornacchie si posano vicino ai due contendenti e cercano di disturbare il falco che però mostra il sangue freddo di un esemplare già maturo d'esperienza: con la forza di una sola zampa trattiene artigliata la vittima per la testa in modo da finirla; con il becco, le ali e l'altra zampa accenna reazioni verso le cornacchie che hanno l'ardire di avvicinarsi più spudoratamente.

Le numerose e chiassose Cornacchie grigie (Corvus cornix), dopo aver ruotato in volo sulla scena, incominciano a posarsi intorno al Falco pellegrino (Falco peregrinus) che, ad ali aperte, sembra cercare di nascondere il suo bottino equilibrandosi  nello stesso tempo su di esso; le dimensioni del falco, la colorazione marrone del suo piumaggio, la bionda testa con ampio sopracciglio che arriva sino alla nuca, lo stretto mustacchio sono tutti caratteri che indirizzano verso la sottospecie calidus - Lago dell'Angitola (VV), novembre 2020


Qualche Cornacchia grigia (Corvus cornix) si fa più ardita e cerca di avvicinarsi ma tutte sono tenute a bada ed a distanza dal Falco pellegrino (Falco peregrinus) che mantiene la posizione; il Germano reale (Anas platyrhynchos) sembra già esanime - Lago dell'Angitola (VV), novembre 2020

Alla fine la spunta: le cornacchie si ammassano sopra gli alberi vicini, il germano cede al suo destino e già viene spiumato dall'assalitore che ha fretta di saziarsi. Nessuno più disturberà il falco, che si tratterà a lungo sulla preda nutrendosi e controllando i dintorni. Tutto ciò può sembrare tragico agli occhi umani, ma è la Natura che si regola secondo le sue leggi scritte nel corso di millenni di lenta evoluzione ed adattamenti.

Le Cornacchie grigie (Corvus cornix) abbandonano la scena, si manterranno posate sugli alberi vicini per poi allontanarsi anche da quelli; dopo una prima spiumata, il Falco pellegrino (Falco peregrinus) trascina il Germano reale (Anas platyrhynchos) più in alto sull'argine dove lo consumerà senza altri disturbi - Lago dell'Angitola (VV), novembre 2020

Mentre questo dramma si consuma, due colorati Martin pescatori (Alcedo atthis) cacciano e litigano per conquistare quei posatoi migliori che gli consentiranno di godere di un buon controllo sulle aree più pescose.

Un colorato Martin pescatore (Alcedo atthis), da un posatoio prominente, scruta la superficie del lago in cerca di increspature dell'acqua che tradiscano la presenza di un pesce - Lago dell'Angitola (VV), novembre 2020


Un Martin pescatore (Alcedo atthis) sta per gustare il flutto della sua caccia - Lago dell'Angitola (VV), novembre 2020

Un Piro piro piccolo (Actitis hypoleucos) va e viene lungo la riva nutrendosi di minuscoli invertebrati; nel suo continuo incedere, gli fanno compagnia due Ballerine bianche (Motacilla alba).

Questo Piro piro piccolo (Actitis hypoleucos) ha controllato più volte il vicino tronco divelto in cerca nutrimento - Lago dell'Angitola (VV), novembre 2020

Piro piro piccolo (Actitis hypoleucos): la ricerca di invertebrati sulle rive fangose è la sua attività principale - Lago dell'Angitola (VV), novembre 2020

Un maschio di Codirosso spazzacamino (Phoenicurus ochruros) fa il bagno ed è mal tollerato da un feroce Pettirosso a cui dà chiaramente un gran fastidio.

Un maschio di Codirosso spazzacamino (Phoenicurus ochruros) si gode un rinfrescante bagno - Lago dell'Angitola (VV), novembre 2020

Tuffetti e Svassi maggiori si prodigano in continue immersioni in cerca di prede ed a volte risalgono vittoriosi.

Un Tuffetto (Tachybaptus ruficollis) è appena emerso dopo una battuta di caccia subacquea: la specie è osservabile tutto l'anno nelle acque del lago - Lago dell'Angitola (VV), novembre 2020

Uno Svasso maggiore (Podiceps cristatus) affiora con un pesce dopo una fruttuosa immersione - Lago dell'Angitola (VV), novembre 2020 

Una Pantana (Tringa nebularia) avanza con eleganza nell'acqua bassa apparentemente sicura nella sua tranquillità.

Una Pantana (Tringa nebularia) si specchia nelle acque del lago - Lago dell'Angitola (VV), novembre 2020

I frenetici Luì piccoli (Phylloscopus collybita) si agitano tra i rami degli alberi che sono spulciati minuziosamente anche dai graziosi Codibugnoli (Aegithalos caudatus).

 Un infaticabile Luì piccolo (Phylloscopus collybita) placa per un attimo la sua frenetica ricerca di piccoli artropodi tra i rami degli alberi - Lago dell'Angitola (VV), novembre 2020

Un piccolo Codibugnolo (Aegithalos caudatus) - Lago dell'Angitola (VV), novembre 2020

Un Cormorano agguanta un pesce prodigioso e, nonostante le dimensioni, deve affrettarsi ad ingoiarlo perché è subito insidiato dai conspecifici che, da lontano, hanno notano le sue difficoltà e già cercano di soffiargli dal becco il sudato pasto.

Un Cormorano (Phalacrocorax carbo) si affretta ad ingoiare un grosso pesce per evitare che il compagno glielo rubbi- Lago dell'Angitola (VV), novembre 2020

Tutto ciò è stato possibile schivando forse Cinghiali e cani ma soprattutto uomini e le loro attività; entrando in punta di piedi in uno scenario che non ha bisogno di grandi schermi per essere colto, ma di occhi, pazienza e spirito di osservazione, facendo del silenzio virtù per immergersi in una realtà che ai più sembra deserta solo perché non si sono mai sforzati di provare a coglierne la vera essenza. Quasi un safari, quindi, svolto in terra nostrana senza sentire la necessità di dover portar via altro se non le emozioni, i ricordi e le immagini di chi si è avvicinato di sua spontanea volontà, conscio che, facendo parte di un tutto, niente ci appartiene realmente.

I colori della sera si specchiano nelle acque del lago - Lago dell'Angitola (VV), ottobre 2020



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